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Fonti e metodi per lo studio della popolazione


Nell’ultimo mezzo secolo gli studi relativi alla popolazione e ai meccanismi che ne regolano l’andamento hanno avuto un notevole sviluppo grazie all’interesse nato nei confronti della storia della società e della sua cellula base, la famiglia.
L’inglese Thomas Robert Malthus scrisse, alla fine del Settecento, un saggio dal titolo Saggio sul principio di popolazione nel quale manifestò la sua preoccupazione in merito allo squilibrio tra popolazione e risorse alimentari. Secondo Malthus la popolazione, se non controllata, cresceva in progressione geometrica, mentre le risorse alimentari crescevano in progressione aritmetica.
A riportare temporaneamente l’equilibrio, sempre secondo la tesi di Malthus, intervenivano di tanto in tanto dei “freni repressivi” che erano costituiti dalle carestie, dalle guerre e dalle epidemie. Questi eventi ristabilivano l’equilibrio in attesa di un nuovo ciclo di incremento demografico.
La soluzione più opportuna in alternativa a questi “freni repressivi”, sempre secondo Malthus, era una limitazione cosciente dei matrimoni e quindi della fecondità  con i “freni preventivi”. Questa soluzione, ovviamente riguardava naturalmente la parte più povera della società.
La statistica, cioè la raccolta sistematica dei dati relativi alla popolazione, mosse i primi passi proprio durante l’età moderna. Al XVII secolo o agli inizi del XIX risalgono i primi censimenti modernamente impostati. Prima c’era la numerazione dei fuochi (o nuclei familiari) compiuti a scopi fiscali che erano dei conteggi degli abitanti di città o distretti, che erano finalizzati all’approvvigionamento e alla distribuzione dei viveri. Come il catasto fiorentino del 1427 da cui si ricavano la composizione per sesso e per età, le occupazioni e i redditi.
Un’altra importantissima fonte è rappresentata dalle fonti ecclesiastiche, distinguibili in fonti relative allo stato e fonti relative al movimento della popolazione :
Le fonti relative allo stato consistono negli stati delle anime che sono degli elenchi degli abitanti di una parrocchia redatti casa per casa con lo scopo di controllare l’adempimento del precetto pasquale. Nel 1614 la Santa Sede dettò delle norme precise per la loro compilazione. Questi documenti sono importanti per ricostruire la composizione per sesso e per età e per conoscere le strutture familiari e le forme di convivenza di una comunità.
Le fonti relative al movimento della popolazione sono per lo più dei libri dove venivano registrati gli eventi religiosi fondamentali della vita dei parrocchiani (battesimo, matrimonio, sepoltura). Se questi registri non presentano lacune per un certo periodo ci permettono di ricostruire l’andamento dei diversi eventi nel corso degli anni. Queste fonti, insieme agli stati delle anime, permettono di determinare per i relativi anni gli indici di natalità, mortalità e nuzialità.
I registri parrocchiali, utilizzati come fonti dagli storici per studiare le conseguenze di eventi catastrofici, sono diventati delle fonti privilegiate a partire dagli anni Cinquanta del XX secolo, quando dei demografi francesi elaborarono un metodo di spoglio che prende il nome di “ricostruzione nominativa delle famiglie”. Possiamo sintetizzare questo metodo in due punti:
a) Si creava una “scheda di famiglia” per ogni matrimonio celebrato nella parrocchia studiata in un determinato arco di tempo;
b) Venivano trascritti in queste schede tutti gli eventi demografici desunti dai libri dei battesimi e delle sepolture riguardanti la coppia presa in esame.
Questo metodo però presenta degli inconvenienti come, innanzi tutto, il lungo lavoro richiesto anche per il villaggio più piccolo e poi il basso numero delle schede di famiglia che è possibile ricostruire in modo completo. Dopo questo “esperimento”  i demografi hanno rimesso in onere o hanno elaborato tecniche diverse, basate sui grandi aggregati anziché sul linkare (= collegamento) attraverso il nome. Ad esempio la costruzione di piramidi delle età e la costruzione di tavole di mortalità (p.6).

Tratto da STORIA MODERNA - 1492-1948 di Selma Aslaoui
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