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Il crollo del "Grande Impero" di Napoleone


Il 3 aprile il Senato,guidato da Talleyrand proclamò Napoleone decaduto:questi ritiratosi prima a Fontainebleau,abdicò senza proteste e gli fu conferita la sovranità dell'Isola d'Elba.Lo stesso giorno il senato invitò Luigi XVIII al trono di Francia con una nuova Costituzione ispirata allo stampo inglese e al principio di sovranità popolare.
I confini francesi furono riportati alla loro origine(1789) con un trattato firmato il 30 maggio;appresa l'abdicazione di Bonaparte,il Vicerè Eugenio firmò con l'Austria un armistizio che lo lasciava in possesso della Lombardia,Veneto e Alto Adige.Nel frattempo il papa Pio VII,il Granduca di Toscana Ferdinando II e il re sardo Vittorio Emanuele I ripresero possesso dei loro stati(mentre incerta rimaneva la sorte del regno di Napoli).

L'ultimo atto della vicenda napoleonica si consumò nel 1815 quando si riunì a Vienna un congresso di potenze per decidere sulla stabilità politica del continente. In Francia il ritorno alla pace aveva lasciato posto ad un malcontento diffuso e ad una preoccupazione crescente di un ritorno alle vecchie tradizione feudali dell'antico regime. Informato di ciò Napoleone decise di riprovarci e insieme a pochi seguaci scappò dall'isola approdando a Cannes.La popolazione lo accolse con entusiasmo e si riformò un esercito;ma presto si riorganizzò un'ennesima coalizione(la settima) comprendente tutti i nemici napoleonici.
Alla testa di 125'000 soldati,attaccò le frontiere del Belgio senza però impedire che inglesi e prussiani si unissero sotto un'unica bandiera;proprio in Belgio Bonaparte subì la sua più pesante disfatta in quel di Waterloo il 18 giugno 1815.Tornato a Parigi abdicò il 22 giugno.
L'8 luglio Luigi XVIII tornò sul trono francese e Bonaparte fu deportato questa volta in un'isola sperduta dell'Atlantico(a S.Elena) dove scriverà le sue memorie e morirà in solitudine il 5 maggio 1821.Sorte simile subì Gioacchino Murat,dichiarò guerra all'Austria,spingendo gli italiani a unirsi sotto un unico simbolo,ma la proposta non ebbe grande consenso e a nulla valse una Costituzione liberale;pochi giorni dopo un esercito napoletano firmava la convenzione di Casa Lanza che sanciva il ritorno di Ferdinando IV di Borbone.Rifugiatosi in Corsica,Gioacchino Murat tentò di nuovo uno sbarco in Calabria nell'ottobre seguente ma venne catturato e giustiziato.

Tratto da STORIA MODERNA - 1492-1948 di Selma Aslaoui
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