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Il quadro politico e intellettuale nella prima metà del secolo XVIII


Le riforme in Piemonte
Fin dal 176-1707 i domini spagnoli in Italia (Stato di Milano,Regno di Napoli,Sicilia e Sardegna) erano passati grazie ai successi imperiali agli Asburgo austriaci che alla pace di Rastatt(1714) (pace successiva alla guerra di Successione spagnola(1701-1714) dovettero cedere la Sicilia col titolo regio ai Savoia.

La guerra di successione polacca portò alla temporanea occupazione di Milano da parte del Re di Sardegna Carlo Emanuele III che alla fine dovette accontentarsi dell'acquisto delle due province di Novara e Tortona.La monarchia austriaca perse il regno napoletano e la Sicilia conquistati nel 1734 da Carlo di Borbone,figlio del sovrano spagnolo Filippo V;in compenso Carlo VI d'Asburgo ebbe Parma e Piacenza,senza contare che poi Francesco Stefano di Lorena ottenne il Granducato di Toscana alla morte dell'ultimo rappresentante della famiglia Medici.
La guerra di Successione austriaca (1740-1748) spostò a est il confine tra stato sabaudo e Lombardia austriaca;da quest'ultima vennero staccate Parma e Piacenza che tornarono a formare un ducato indipendente amministrato dai Borbone (precisamente Filippo di Borbone,fratello minore del re di Napoli).
Insieme al declino della potenza spagnola,si registrò in Italia l'indebolimento della Chiesa;nella controversia tra papato e impero non pochi furono i letterati che prese le parti dell'impero.
L'anticurialismo e l'anticlericalismo divenne il terreno privilegiato d'incontro tra monarchia austriaca e ceto intellettuale del Mezzogiorno (molti intellettuali dell'Italia meridionale: G.Vico,P. Mattia Doria).
Tra Sei e Settecento segnarono una ripresa e un rafforzamento degli scambi culturali tra Italia ed Europa e una presa di coscienza di arretratezza nei confronti nazioni come Francia,Inghilterra e Olanda.
L'espansione territoriale del Piemonte coincise con una serie di riforme approvate da Vittorio Amedeo II:la promozione di un nuovo catasto delle proprietà fondiarie che portò ad una migliore distribuzione delle imposte e una sensibile riduzione delle immunità di cui godevano i beni fuedali ed ecclesiastici.
Venne rilanciata e riformata l'Università di Torino e creato per la prima volta nella penisola,un sistema statale di scuole secondarie.
Con il successore Carlo Emanuele III proseguì il rafforzamento delle tendenze assolutistiche e nel 1771 si giunse all'abolizione della feudalità e l'inizio di provvedimenti atti a limitare il potere baronale e a ridurre i privilegi ecclesiastici,combattere il brigantaggio e l'analfabetismo.

Tratto da STORIA MODERNA - 1492-1948 di Selma Aslaoui
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