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L'emancipazione delle colonie latino-americane e lo sviluppo degli Stati Uniti


L'America Latina poteva contare all'inizio del XIX secolo venti milioni di abitanti dei quali 3 milioni erano creoli,cioè bianchi di origine spagnola nati nel nuovo mondo,due milioni erano schavi neri e quattro-cinque milioni i meticci di sangue misto.
L'invasione della penisola iberica da parte delle truppe napoleoniche nel 1808 aveva avuto come conseguenza la formazione di Giuente che si svincolarono di fatto dalla madrepatria;ciò  favorì insurrezioni a sfondo radical-popolare e in questa confusione furono determinanti la ridotta capacità delle forze lealiste e le qualità militari di alcuni grandi personaggi carismatici come l'argentino Josè de San Martin e il venezuelano Simòn de Bolivar.
Ma nonostante la buona volontà di queste compagini politiche,l'arretratezza economica,le enormi discrepanze sociali e una moltitudine di contadini e analfabeti dovevano rendere la vita di questi personaggi instabile e travagliata.
In parte differente fu la vicenda brasiliana,la cui separazione dal Portogallo fu frutto dell'iniziativa della dinastia di Braganza,rifugiatosi oltreoceano nel 1807. Otto anni dopo Giovanni VI proclamò il Brasile regno autonomo e nel 1821 la reggenza fu affidata al primogenito don Pedro che prese il titolo di Pietro;egli promulgò una costituzione fortemente autoritaria che tese i rapporti tra governo e creoli.
All'evoluzione del continente latino-americano guardavano con interesse non solo britannici ma anche statunitensi;grazie all'ingrossarsi del flusso migratorio dall'Europa,la popolazione statunitense quadruplicò in quarant'anni passando da sette milioni a trentuno;proseguì intanto l'espansione verso ovest che portò alla creazione di nuovi Stati che si aggiunsero a quelli già presenti;Michigan,Wisconsin,Florida,Louisiana,Texas e poi il Nuovo Messico,Arizona,Colorado e California(dopo una guerra apposta contro il Messico).La colonizzazione di queste terre acuì i contrasti tra sud agricolo e schiavista interessato ad acquisire nuove aree per estendere le coltivazioni di tabacco,cotone e sviluppare un'economia mercantile e industriale.
Negli Stati Uniti intanto,l'egemonia del partito repubblicano continuò con il duplice mandato di J.Monroe(1817-1825)passato alla storia per il famoso manifesto del 2 dicembre 1820(in cui si rivendicava il preminente interessa statunitense alle sorti della parte centro-meridionale del continente)con la formula "l'America agli Americani".
A Monroe succedette Quincy Adams e poi A.Jackson,uno dei padri del partito democratico.Tra le mosse di quest ultimo si ricordano l'istruzione elementare obbligatoria,l'allargamento del suffragio,il riconoscimento dei diritti sindacali e altri provvedimenti favorevoli ai lavoratori. Superata la difficile guerra civile tra Nord e Sud,gli Usa avrebbero ben presto affermato il diritto ad essere considerati una delle più grandi potenze economiche e politiche del mondo.

Tratto da STORIA MODERNA - 1492-1948 di Selma Aslaoui
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