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La giustizia


La giustizia era uno degli attributi fondamentali della sovranità, nella sua doppia veste di produzione del diritto, attraverso la legislazione, e l’applicazione del diritto alla giurisdizione.
Nell’età moderna il diritto del principe impone la propria supremazia su ogni altro ordinamento, la cui validità viene ammessa,anzi,  solo sulla base della sua approvazione espressa o tacita.
La pluralità e la disorganicità delle fonti del diritto portano a tentativi di consolidamento => raccolta sistematica delle leggi per argomento per eliminare le contraddizioni. Ma l’illuminismo giuridico indicò la codificazione come esigenza primaria => la redazione di un corpo di leggi organico e autonomo.

La situazione di partenza vede una molteplicità di giurisdizioni, solo in parte riconducibili allo Stato:
giustizia ecclesiastica --> che affermava la propria autorità anche sul laicato  per una serie di peccati-delitti come l’eresia, la bestemmia, l’adulterio ecc…,
giustizia signorile --> ancora attiva per le cause minori nelle campagne di gran parte d’Europa, magistrature cittadine, mercantili, corporative, universitarie, ecc….
Il primato della giustizia statale si afferma sia con l’istituzione e il rafforzamento di forme di controllo su queste diverse istanze, sia con il ricorso all’appello o all’avocazione delle cause e con l’estensione e la specializzazione della rete dei giudici regi.
I grandi tribunali controllano, non solo l’applicazione delle leggi, ma contribuiscono a crearla e a interpretarla con le loro sentenze, e si arrogano anche una funzione funzione politica come guardiani della “costituzione”. Solo in Francia si viene a creare la pratica della funzione delle cariche giudiziarie,  che alimenta il formarsi di una vasta nobiltà di toga, ma anche in altre aree il ceto dei giuristi si impone come strumento essenziale e interlocutore privilegiato del potere sovrano.

Un’importanza particolare, tra gli affari di governo, avevano gli affari esteri e la guerra. L’avvento degli eserciti permanenti e tutto ciò che è legato a questo ambito, portarono nella prima età moderna un fortissimo aumento delle spese e furono all’origini di una fiscalità anch’essa permanente.
Gli apparati militari contribuiscono al rafforzamento dello stato in due modi:
con strumenti di espansione all’esterno e di repressione e intimidazione all’interno,
con un prelievo tributario che fa affluire nelle casse regie una quota crescente del reddito nazionale.
La crescita dell’apparato fiscale-militare comportò, a sua volta, il reclutamento di una burocrazia regia ormai ben distinta dal personale di corte. Figura emblematica di questa nuova burocrazia è il commissario, un funzionario nominato dal re e non legato da un rapporto patrimoniale con la carica che ricopre.

Tratto da STORIA MODERNA - 1492-1948 di Selma Aslaoui
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