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La riorganizzazione politico-territoriale della penisola italiana da parte di Napoleone


In seguito alle conquiste napoleoniche i Paesi Bassi, Italia, Spagna, Germania, Polonia entrarono a far parte del sistema continentale elaborato da Bonaparte con 3 situazioni diverse:Belgio,Olanda e parte dell'Italia centro-settentrionale (territori direttamente annessi alla Francia); Regno d'Italia (stati separati dalla Francia,ma sottoposti alla sovranità napoleonica);Spagna,Regno di Napoli,Vestfalia,Baviera e Sassonia (stati vassalli affidati a membri familiari o a sovrani amici).
In Italia il Regno d'Italia nel centro-nord si contrapponeva a sud col Regno di Napoli:entrambi erano stati aggregati in momenti diversi all'impero napoleonico;quello a sud era preposto ai Borbone mentre l'entità che rimaneva fuori era lo Stato dei Savoia,sotto protezione inglese.
Napoleone assunse la Presidenza della repubblica e nominò vicepresidente un patrizio milanese di grande prestigio,Francesco Melzi d'Eril (1753-1816).NNella Repubblica italiana furono introdotti istituti e ordinamenti simili a quelli francesi e nel 1805 essa venne trasformata in Regno d'Italia;Napoleone si dichiarò Re e nominò vicerè il figliastro Eugenio di Beauharnais.Creò un Consiglio Statale col compito di elaborare proposte di legge e un Senato composto di almeno due rappresentanti per dipartimento scelti anch'essi dal Senato che prese del soppresso Corpo legislativo.Il Regno si distinse dalla Repubblica per una più decisa opera di ammodernamento e razionalizzazione nei vari settori:venne dato impulso al settore dell'istruzione,quello giudiziario e fu adottato il codice Napoleonico.Milano venne assumendo il volto di una grande capitale,sede di una burocrazia numerosa ed efficiente e di prestigiose istituzioni culturali.
Nel 1806 il Regno d'Italia venne ingrandito con l'aggregazione di tutto il Veneto,l'Istria e la Dalmazia;nel 1808 entrarono a far parte anche le Marche e poi successivamente Trentino e Alto Adige.
L'agricoltura soffrì in alcune regioni per la tassazione eccessiva e per la perdita degli sbocchi tradizionali,ma fu stimolata dalla richiesta di generi alimentari per l'esercito e di seta greggia per l'industria francese,e registrò l'immissione di un certo spirito imprenditoriale ad opera di acquirenti dei beni nazionali, sottratti alla Chiesa.
In ambito sociale, le condizioni di vita delle classi popolari non ebbero significativo mutamento se non per la maggiore durezza della legislazione sul lavoro e la mendicità e per l'esperienza della leva militare .
Più forte fu lo stampo napoleonico nel regno napoletano; Giuseppe Bonaparte,divenuto re di Napoli,conferì i dicasteri più importanti a ministri francesi ma fece largo posto a esponenti della nobiltà napoletana illuminata sia nella compagine di governo, sia nel consiglio statale.
Al posto di Giuseppe venne chiamato nel 1808 Gioacchino Murat, che aveva sposato una sorella di Napoleone;bello,aitante e magnifico nel vestire,Gioacchino piacque ai sudditi napoletani e s'adoperò per imprimere al proprio governo un carattere nazionale e autonomo. Bari e Salerno cominciarono a emergere urbanamente, fu decretato un nuovo catasto,soppressa la feudalità anche se la questione della proprietà terriera e del demanio rimarrà per ancora molto tempo ad avvelenare le campagne meridionali. E accanto al contingente francese di stanza nel Mezzogiorno, venne costituito nel Regno d'Italia un forte esercito nazionale che giunse a contare 60'000 unità.

Tratto da STORIA MODERNA - 1492-1948 di Selma Aslaoui
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