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I fascicoli del CPC (1959)



CULTURE DI GOVERNO. Diamo ora un rapido sguardo all'insieme di fascicoli del CPC intitolato Fanfani on.le Amintore. Attività politica. L'anno è il 1959, quando Fanfani non è più segretario della DC né capo del governo e si sta battendo a Firenze, in vista del congresso democristiano, per l'apertura a sinistra. Antonio Segni è presidente del Consiglio e ministro dell'Interno, e in questa veste segue con attenzione le mosse di Fanfani. Così aveva fatto tra il 1957 e il 1958 anche Tambroni, allora ministro dell'Interno, che fece un uso più ampio e deformato, nonché deformante, dei prefetti, invitando a redarre le risposte personalmente e a dare segnalazione di ricevimento solo tramite numero cifrato della circolare in questione.
I rapporti dei diligenti prefetti lasciano emergere soprattutto, al di là delle sorveglianze politiche, un grande affresco generale dell'Italia di quegli anni, mostrandosi i funzionari dettagliati nel manifestare le mancanze a cui ovviare nelle rispettive città per aumentare il paniere de voti; sono relazioni ciniche e calcolate, che chiedono interventi palliativi e di rattoppo e solo nelle zone dove è più probabile raccogliere voti. Tambroni dal canto suo raccoglie le segnalazioni prefettizie e le spedisce ai ministeri di competenza e alla Cassa per il Mezzogiorno, operando con criteri di breve e brevissimo termine ed elargendo finanziamenti discriminati clientelarmente e non sulla base di logiche di necessità oggettiva. Persino una discussione sui contributi unificati in agricoltura per l'assistenza ai braccianti e ai mezzadri viene vista male perché concedere loro una mutua significa dar vita ad una organizzazione potentissima che verrà usata contro la democrazia.

Tratto da STORIA CONTEMPORANEA di Gherardo Fabretti
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