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Il governo Parri - 1945 -

Il governo di Ferruccio Parri non durò nemmeno sei mesi, da giugno 1945 a novembre dello stesso anno. Uno dei principali motivi della caduta fu Parri stesso, uomo coraggioso, onesto e largamente rispettato ma senza la stoffa del Presidente del Consiglio. Non stabilendo mai un preciso programma di interventi, ma lasciandosi sopraffare dai problemi quotidiani contingenti, si mostrò spesso tentennante e incerto: quando Togliatti lo sollecitò ad iniziare la riforma agraria, Parri rifiutò col dubbio pretesto che gli Alleati sarebbero intervenuti con la forza a fermare le operazioni. In fondo dietro il suo fallimento stava il fallimento della sinistra in generale: il Partito d'Azione, a cui apparteneva, boccheggiava, stretta nel braccio di ferro tra il socialismo di Emilio Lussu e la liberaldemocrazia di Ugo La Malfa, mentre di PCI e PSIUP abbiamo già detto.
Nel governo Parri il trio dei partiti di sinistra era preponderante, ma non sfruttarono mai la fortuna che avevano in mano: i socialisti vedevano male Parri, volendo Nenni come presidente, mentre i comunisti erano così convinti della loro vittoria alle successive elezioni che lasciarono mano libera alla DC per evitare rinvii elettorali. La DC colse la palla al balzo, nella persona di De Gasperi, che essendo ministro degli Esteri nel governo Parri, era in frequente e costante contatto con gli USA, che consigliarono di far precedere le elezioni amministrative e solo dopo quelle nazionali. Un ritardo enorme quello delle nazionali, nella primavera del 1946, molto più tardi di qualsiasi altro paese. Perchè? Perché più passava il tempo e più i bollori della rivoluzione antifascista andavano scemando, lasciando più possibilità ai democristiani di essere eletti. In questo periodo furono i CLN a soccombere, colpiti dalle destre e abbandonati da comunisti e azionisti.
Nel novembre del 1945 le destre decisero che i tempi erano maturi per salire e silurare Parri: i liberali tolsero l'appoggio al governo e la DC di De Gasperi li appoggiò a ruota. Nessuna lacrima da PCI e PSIUP, che paradossalmente vedevano bene proprio De Gasperi al governo, così bravo da sollecitare rispetto e fiducia pure dalle sinistre.

Tratto da STORIA CONTEMPORANEA di Gherardo Fabretti
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