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La DC cristiana nel Nord e nel Sud Italia


Il modo in cui, negli anni '50, le famiglie si rapportavano al movimento cattolico e alla DC varia notevolmente da Nord a Sud. Nel Nord la storica robustezza dell'associazionismo cattolico attirava le famiglie in una rete di attività e organizzazioni che costituivano una subcultura efficace e avvolgente. Al contrario, al Sud, questo associazionismo era debole e il clientelismo statale agiva in sua vece, calamitando strategie di singole famiglie. Il quadro non era, naturalmente, così netto: il clientelismo esisteva anche al Nord come al Sud c'erano forme di associazionismo a larghe maglie, eppure le differenze sono enormi. Ce ne rendiamo facilmente conto mettendo a confronto la situazione della DC in Veneto e nelle principali città del Meridione. Al Nord il legame era di tipo ideologico, al Sud di tipo materiale. Il Veneto era la regione più democristiana d'Italia: non aveva il suo centro a Venezia, che possedeva una solita tradizione laica e operaia, ma nel quadrilatero bianco di Verona, Vicenza, Treviso e Padova, dove comunque la DC era solo una tessera di un mosaico cattolico più grande. A dispetto della enorme diffusione di associazioni cattoliche (la Coldiretti aveva 200.000 tesserati) in Veneto, c'era una grande parte di popolazione che non era nemmeno lontanamente sfiorata da esse.
Al Meridione, invece, si palesa una situazione totalmente differente. Qui la DC si costruì una base di massa attraverso l'uso clientelare delle risorse pubbliche. Fanfani creò una rete fittissima che vedeva regnare, per rimanere in Sicilia, Giovanni Gioia (storico braccio destro di Fanfani) a Palermo e Antonino Drago a Catania, quest'ultimo a partire dagli anni '60. La ragnatela va analizzata nei suoi tre punti fondanti:
- le istituzioni controllate dal partito a livello locale → gli enti pubblici furono il grande tempio di questa fase. A Catania ce n'erano 35 a metà degli anni '70 e man mano la DC li afferrò tutti. Il controllo delle istituzioni avveniva in tre punti

- gestione dei flussi di spesa dell'ente interessato, da dirottare dove più erano necessari.
- controllo dell'erogazione del credito a livello locale, tramite il controllo delle banche.
- uso discrezionale del potere, a seconda dell'interesse.
Il tipo di collegamento stabilito, nel sistema clientelare, tra estensore e beneficiario dei favori. Storico il caso di Alfio di Grazia e i lettini dell'ospedale Vittorio Emanuele. C'era in generale una complessa cinghia di trasmissione che lavorava per assicurare poteri e influenze mirate agli scopi.

- Capi corrente, vale a dire i leader delle varie correnti nazionali: Moro, Colombo, Andreotti, Fanfani, Leone.
- Notabili, vale a dire senatori, deputati, ministri ed ex ministri, sottosegretari.
- Segretari di partito, a volte abbastanza forti da proporsi a livello nazionale dopo essersi creati una solida base locale (Gava a Napoli, De Mita ad Avellino) altre semplici travet agli ordini di capi corrente (Drago a Catania).
- Grandi elettori, come sindaci, consiglieri, preti, uomini d'affari e chiunque fosse in grado di raccogliere un grosso numero di voti da regalare ai segretari.
- Capi – elettori, capaci di raggiungere un ristretto settore fatto da molti elettori. Il settore poteva essere lavorativo (operai di una fabbrica), geografico (un quartiere), criminale (un boss locale).
- Gente comune che in cambio di un piccolo posto statale garantiva i voti della famiglia.


Tratto da STORIA CONTEMPORANEA di Gherardo Fabretti
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