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La crisi nella vita politica di Togliatti

La crisi nella vita politica di Togliatti




Togliatti e le crisi: Stalin e Secchia
Due furono le grandi crisi che misero in discussione la vita politica di Togliatti. La prima fu nel natale del 1950, quando Stalin lo chiamò per assumere la guida del Cominform. Togliatti non voleva mollare Roma per nessun motivo e chiese tempo, lasciando che fosse il partito a decidere. Il partito votò plebiscitariamente perché se ne andasse a Mosca e la cosa irritò il dirigente tantissimo, che facendo melina alla fine riuscì a evitare la carica.
La seconda fu l'affaire Secchia, nel 1954. Spesso non in linea con la politica di Togliatti e considerato, a volte, come sua possibile alternativa, nel 1954 vide la sua posizione all'interno del partito iniziare ad indebolirsi: fu infatti prima affiancato e poi sostituito da Giorgio Amendola nella direzione organizzativa. Secchia e altri elementi vennero così progressivamente emarginati, formalmente per una politica di "rinnovamento", in realtà per far perdere potere e influenza nel partito agli esponenti meno propensi ad attuare politiche "riformiste" e di accomodamento. Inoltre, elemento da non sottovalutare, la scomparsa di Stalin e la denuncia del XX Congresso del PCUS avevano reso particolarmente scomoda la posizione delle componenti che erano legate ad una visione più organicamente leninista (delle quali Secchia era l'esponente di punta) sia nel partito, sia nell'ambito più vasto dell'elettorato del PCI, che vedeva minato il mito dell'URSS e di Stalin, e con essi, coloro che più di tutti ne rivendicavano un legame politico-ideale. Il declino di Secchia venne acuito, nel luglio dello stesso anno, dalla "fuga con la cassa" e dalla sottrazione di alcuni documenti segreti del PCI da parte di di uno dei suoi principali collaboratori, Giulio Seniga. L'episodio segnò la sua definitiva sparizione da incarichi di rilievo nazionale: costretto ad abbandonare la responsabilità dell'organizzazione nazionale, venne nominato responsabile, dal 1955 all'inizio del 1957, della segreteria regionale lombarda. Diresse
successivamente, sino alla fine del 1962, l'attività editoriale del partito.

Tratto da STORIA CONTEMPORANEA di Gherardo Fabretti
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