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La nuova geografia urbana dell'Italia degli anni '60



GEOGRAFIE URBANE. Svanisce in quegli anni anche un'altra, più grande utopia, di cui Olivetti fu partecipe e promotore: la tutela del territorio negli anni negli anni della trasformazione, di un progresso che non fosse distruttore di equilibri e di assetti ambientali. A Milano e in tutta la Lombardia si diffondono rapidamente le coree, agglomerti disordinati e fitti di abitazioni costruite dall'oggi al domani dagli emigrati stessi; sono dense, disordinate, malsane e prive di servizi. Le cose non vanno certo meglio al centro, nella grande metropoli, dove una grossa percentuale di casa manca di bagno, o luce, o acqua, o gas o più di una di queste cose.
La Roma di questi anni è ben raccontata da Pasolini in passi di Una vita violenta e a questa Roma delle borgate e della speculazione edilizia molti intellettuali hanno destinato pagine d'inchiostro. È la Roma dello stravolgimento urbano per le Olimpiadi del 1960, della discussa costruzione di Fiumicino, all'insegna di così tante irregolarità da creare una commissione d'indagine parlamentare ad hoc, imputando Pacciardi, Togni e Andreotti; ques'ultimo dichiarerà che la commissione ha ruolo esclusivamente inquirente e che il potere di giudicare spetta solo alla Camera, chiedendo che il governo si adoperi in tale sede per un giudizio assolutorio.
Nel 1963 trovano brusco epilogo i tentativi di definire elementari regole per lo sviluppo edilizio, con il massacro della tentata riforma del democristiano Fiorentino Sullo, che già prima, dopo innumerevoli fatiche, aveva fatto varare la legge 167 sull'acquisizione di aree fabbricabili per l'edilizia popolare. Una legge la 167 che trovò applicazioni diametralmente opposte tra Milano, Torino e altre da una parte e da Bologna e altre città emiliane e ad amministrazione di sinistra dall'altra. Le prime usarono territori piccoli e periferici, mentre le seconde vincolarono aree più grandi e centrali, soprattutto grazie agli sforzi del movimento cooperativo; non furono rare le opposizioni alle amministrazioni comunali da parte del governo e dei privati.
Il grande e peggiore evento fu comunque l'affondamento della generale riforma urbanistica di Sullo, bersagliato da campagne diffamatorie e poi affondato dalla stessa DC del governo Moro: fu questo un grosso evento di quello che fu il primo governo italiano di centro – sinistra, a vocazione riformista. Un riformismo zoppo, come si vede, che di lì a poco troverà ben peggiori derive. Intanto il boom turistico permetterà scempi di ogni genere in uno Stato che il piano regolatore urbano non sapeva manco cosa fosse.

Tratto da STORIA CONTEMPORANEA di Gherardo Fabretti
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