Skip to content

Le elezioni del 1953

Le elezioni del 1953


La DC aveva ottenuto la maggioranza assoluta nelle elezioni del 1948 ma questo stato di grazia non durò molto. Già nel 1951 un buon pezzo dei suoi elettori si era dimostrato scontento delle promesse mancate: al Meridione molti trovarono come interlocutore adatto la destra monarchica e neofascista, e molti notabili latifondisti avevano rotto i ponti con il partito. Le amministrative di quell'anno punirono severamente l'inerzia della DC, che da allora cercò sempre l'appoggio di alleati politici che rinforzassero la sua stabilità, una abitudine questa, che assieme alla instabilità di governo, sarà sempre marchio di fabbrica della politica italiana. Eppure De Gasperi, conscio del panorama prospettato, cercò di impedire la cosa, nella maniera più semplice e brutale: cambiando le carte in tavola e proponendo una nuova legge elettorale, quella che poi passerà alla storia come legge truffa. Promulgata il 31 marzo 1953 (n. 148/1953), la legge, composta da un singolo articolo, introdusse un premio di maggioranza consistente nell'assegnazione del 65% dei seggi della Camera dei deputati alla lista o al gruppo di liste collegate che avesse raggiunto il 50% più uno dei voti validi. Nel tentativo di ottenere il premio di maggioranza, per le elezioni politiche di giugno, effettuarono fra loro l'apparentamento la Democrazia Cristiana, il Partito Socialista Democratico Italiano, il Partito Liberale Italiano, il Partito Repubblicano Italiano, la Südtiroler Volkspartei e il Partito Sardo d'Azione. Con l'obiettivo contrario si mossero importanti uomini politici, tra i quali Ferruccio Parri che partecipò alla fondazione di Unità Popolare insieme a Piero Calamandrei e Tristano Codignola provenienti dal Partito Socialdemocratico: tale movimento aveva proprio lo scopo di avversare la nuova legge elettorale. Non mancarono infatti, all'interno dei partiti che appoggiarono la nuova norma, forti contrarietà. Da una scissione nel partito liberale si costituì Alleanza Democratica Nazionale. Le forze apparentate ottennero il 49,8% dei voti: per circa 54.000 voti il meccanismo previsto dalla legge non scattò. Unità Popolare e Alleanza Democratica Nazionale raggiunsero in totale l'1% dei voti riuscendo nel loro principale proposito. Rispetto alle elezioni del 1948 si constata una riduzione dei voti verso i partiti che avevano voluto e approvato la legge: la DC perse l'8,4%; i repubblicani arretrarono dello 0,86%, più di 200.000 voti; perdendo circa 34.000 voti il Partito Sardo d'Azione dimezzò il suo consenso, anche liberali e socialdemocratici dovettero registrare perdite. Il Partito Comunista Italiano e il Partito Socialista Italiano aumentarono i consensi ottenendo 35 seggi in più; il Partito Nazionale Monarchico aumentò da 14 a 40 deputati e il Movimento Sociale Italiano aumentò da 6 a 28 deputati.
Se si esclude la sconfitta drammatica della legge truffa, che fu abrogata nel luglio successivo, le elezioni del 1953 furono importanti per altre due ragioni: segnarono la fine della carriera politica di De Gasperi, che morì nell'agosto del 1954, e sancirono la presenza stabile e continuativa dei neofascisti nel panorama politico italiano.
De Gasperi fu sicuramente la persona più rappresentativa del decennio 1943 – 53 ma il suo successo appare limitato quando si valuta la sua azione alla luce di quei valori di progresso civile, di riforma sociale e di giustizia a cui si era sempre appellato. Il quinquennio di mandato dal 1948 al 1953 fu ampiamente sprecato, e sotto la sua guida la DC divenne il partito del centrismo stagnante e di un anticomunismo viscerale; il cattolico e il combattente della guerra fredda prevalsero sul riformatore e la legge truffa fu, purtroppo, la conclusione amara di una personalità di ben altra statura.
I neofascisti acquisirono grosse quantità di voti soprattutto al Meridione e nei quartieri romani come il Flaminio e il 5% di preferenze alle elezioni del 1953 mostrò come ancora il nazionalismo e l'autoritarismo esercitassero un forte ascendente sulle classi povere, gli studenti e la piccola borghesia meridionale.

Tratto da STORIA CONTEMPORANEA di Gherardo Fabretti
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.