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L'impatto violento del gangster movie


È un genere dominante dell’America degli anni ’30, dominata dal proibizionismo (cessato poi nel 1933)  e dal proliferare della criminalità organizzata.
Il cinema si impossessa di grandi criminali quali Al Capone, Bonnie & Clyde, John Dillinger, e li trasforma nei protagonisti dei cine giornali dell’epoca. Il crimine diventa una materia fiorente per il cinema, specie per la Warner, che produce moltissimi film di questo filone: Nemico pubblico, Piccolo Cesare e soprattutto Scarface di Howard Hawks.
Scarface è considerato il prototipo del genere e lo inaugura magistralmente, dimostrando che un gangster movie può anche avere una dimensione documentaria, psicologica, di violento pamphlet sociale.
Scarface nelle intenzioni del regista era una trasposizione della storia dei Borgia, ambientata nella Chicago degli anni ’20 del Novecento. Il pubblico americano vi trovava sintetizzato il proprio ambiguo rapporto con la figura del gangster: da una parte estrema espressione del sogno americano, del self made man, e dall’altra, modello che nessuno può riconoscere apertamente come tale.
Temendo una recrudescenza di violenza, il codice Hays censurerà Scarface ed altri film del settore gangsteristico, costringendo le majors a proposte più dolci. Il forte gangster movie degli anni ’30 si trasforma piano piano nel noir degli anni ’40, quello di Bogart.  

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