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L'età di Costantino


La straziante malattia di Galerio che costrinse il feroce Augusto ad emettere l'editto emanato a Serdica e poi pubblicato a Nicomedia il 30 aprile del 311, viene riportato da Eusebio e dal Lattanzio. Alla morte di Galerio il suo posto fu preso da Massimino Daia. L'Illirico era nelle mani dell'Augusto Licinio. A Occidente si scontravano Massenzio, che regnava sull'Italia e sull'Africa e il figlio di Costanzo Cloro, Costantino, che regnava su Spagna, Gallia e Britannia. Costantino si allea con Massimino Daia e Licinio e muove guerra a Massenzio, che liquiderà definitivamente nella famosa battaglia di Ponte Milvio del 28 ottobre 312. Nel 313 Costantino si incontra a Milano con Licinio. Il famoso Editto di Milano sembra che non sia mai esistito ma è chiaro che in quell'occasione i due optarono per una politica religiosa ancora più ampia di quella dichiarata nell'editto di Galerio. L'editto infatti restituiva alle comunità cristiane i locali dove riunirsi e riconoscevano la proprietà ecclesiastica e la capacità giuridica delle chiese. Ma questo editto è sempre improntato come un atto di mitissima clementia dell'imperatore, non molto diverso dall'editto di Galerio.
Intano Licinio aveva sconfitto Massimino Daia ad Adrianopoli nell'aprile del 313. Licinio era sposato con la sorella di Costantino, Costanza, e regnava su tutto l'Oriente; Costantino su tutto l'Occidente. Il problema della conversione di Costantino muove dalle idee antitetiche che sono state mosse nei secoli: o difensore strenuo della cristianità e cristiano osservante egli stesso, o deista o religiosamente indifferente, attento calcolatore. Oggi non si parla tanto di conversione costantiniana quanto di evoluzione religiosa. Si attribuisce particolare rilievo al passaggio dall'idelogia tetrarchica e dal culto ad essa conesso di Giove ed Ercole al culto monoteistico di Apollo – Sole. Costantino cercava un “dio ausiliare” che lo assistesse e rendesse invincibili le sue armi; Costantino voleva l'unità dello Stato e perciò perseguiva anche l'unità religiosa appoggiando religioni che avessero respiro universalistico.

Tratto da STORIA DEL CRISTIANESIMO ANTICO di Gherardo Fabretti
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