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Caratteri del taylorismo moderno


Tre sono i punti preliminari:
1) il successo del taylorismo ha fatto entrare questa espressione nell’uso corrente. Per taylorismo si intende un’idea al contempo negativa ed efficientista, che designa lavori ripetitivi, parcellari e standardizzati, dove la mancanza di contenuti intelligenti  imposta come condizione necessaria per ottenere una produzione più intensa ed uniforme.
2) l’abbandono delle forme più aspre di taylorismo di questi anni si accompagna all’attenuarsi del dibattito sul suo superamento; ciò favorisce la presa di coscienza della storicità del taylorismo, ovvero che rispetto alla sua pretesa di presentarsi come un corpus di principi definitivi e universali, esso non  stato che un episodio gigantesco all’interno della storia dell’industria.
Da un lato il progresso ha permesso un netto miglioramento delle condizioni lavorative, dall’altro sono tuttora in corso processi di taylorizzazione del lavoro impiegatizio. La diffusione dei pc induce a parlare di taylorismo informatico. D’altra parte l’avvento del modello giapponese porta a chiedersi se le campagne aziendali per ottenere dai lavoratori delle proposte di miglioramento produttivo, non possono essere interpretate come una sorta di Taylorismo democratico.
3) il terzo punto riguarda i due aspetti nella vicenda umana di Taylor: il primo è che egli fu un        
ingegnere impegnato in innovazioni tecniche, perciò non può essere considerato un sociologo; eppure, a causa del carattere “scientifico” che volle imprimere al management e al lavoro umano, divenne uno dei personaggi più citati nella sociologia del lavoro e dell’industria.

Tratto da STORIA DEL PENSIERO ORGANIZZATIVO di Priscilla Cavalieri
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