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Inquisizione medievale



Quando si parla di Inquisizione medievale, si parla di persone colte che diventano legati del papa e vengono mandati a giudicare le eresie. È un mandato espresso che viene assegnato a un vescovo o a un religioso per istituire dei processi su fenomeni che si sono verificati in una certa zona. Chiudendosi questa era, l'Inquisizione scompare, così come la sua attività e poi, quando si aprirà un nuovo focolare, il papa manderà qualcun'altro. Questa è l'Inquisizione medievale, una forma di inquisizione esistita per tutti quei secoli.
Ad un certo punto però si pone l'esigenza di strutturare una magistratura permanente. Prima, finito quel Sant'uffizio dell'Inquisizione, sulla repressione dell'eresia di un determinato luogo, dopo la condanna, si sbaracca e si organizza un sant'uffizio dell'inquisizione alla prossima udienza. Quello che succede nel 1478 invece è un'altra cosa, perché si decide per un tribunale permanente. Esso viene richiesto da Ferdinando e Isabella, i cattolicissimi re e regina di Spagna. Per quale motivo? Quale eresia c'era in Spagna in quel momento?
Il tribunale in Spagna nasce in funzione anti-ebraica: in realtà gli ebrei erano passati indenni dalla peste nera del 1347/48 in Europa, perché normalmente, in caso di eventi così traumatici si cerca un capro espiatorio, colui che ha delle differenze tali da essere individuato e su questo si creano delle credenze (esempio, la credenza degli untori raccontata da Manzoni nei Promessi Sposi, coloro che spalmavano i banchi delle Chiese con una materia appestante). Credere alle "credenze" produce paura e la ricerca del responsabile, ricerca che in generale fa scattare ed esplodere tutti i conflitti interni in una società. Se ad esempio c'è un gruppo di persone che hanno litigato tra loro per ragioni di confini non rispettati o per questioni di debiti non restituiti, da questo conflitto nasce l'accusa di essere un untore o comunque il responsabile del reato che si persegue. La stregoneria, in qualche modo, si basa su conflitti infra-comunitari. Gli ebrei quindi erano scampati alla peste perché, durante il periodo della peste nera, la ricerca del capro espiatorio poteva condurre verso gli ebrei che erano una minoranza, e invece no.
Dopo quegli anni, serpeggiava un certo antisemitismo nella Spagna: nel 1391 a Siviglia ci furono delle persecuzioni molto severe contro gli ebrei, tanto che vennero uccisi. Ancora successivamente, ci fu un famoso processo, chiamato "niño della guardia" in cui un bambino cristiano sarebbe stato ucciso dagli ebrei perché, con l'assassinio di questi bambini, drammatizzavano in maniera sacrilega il sacrificio dell'ostia consacrata: così come nell'ostia c'è il corpo e il sangue di Gesù, questi versavano il sangue di un bambino per poter consumare l'ostia attraverso un cerimoniale molto complicato che implicava anche l'uso di ostie. Gli ebrei dunque vengono accusati di aver rapito, preso e ucciso questo bambino; il processo durò molto e infine terminò con condanne esemplari.
C'è dunque questo atteggiamento di antisemitismo che viene stimolato da preti francescani, che in questo momento sono particolarmente scatenati contro gli ebrei, perché l'ebreo è un popolo omicida, sono coloro che hanno ucciso Gesù Cristo.
C'erano ovviamente anche ragioni economiche sottostanti a questo serpeggiante antisemitismo: la ragione è che gli ebrei erano un gruppo elitario che stava in Spagna da secoli, si tratta di ebrei spagnoli che svolgono attività molto importanti. Gli ebrei sono un popolo migrante, e questo loro migrare fa sì che conoscano molte lingue, fa sì che abbiano amici e parenti, conoscenti in varie parti del bacino del Mediterraneo, fa sì che le loro attività principali, che sono quelle di interpreti, mercanti e cambia valute, ne fa dei prestatori di denaro. Prestare denaro ad usura, cioè ad altro interesse, era proibito dai cattolici: i cattolici non potevano prestare denaro, questo significava lasciare in mano agli ebrei tutta l'economia, e quindi gli ebrei erano i "banchieri" di quei tempi. Attraverso questa loro ricchezza liquida, derivante dal prestare denaro (anche al re), si arricchiscono e possono comprare le cariche pubbliche. In primis, la carica di riscossori di tasse: le tasse venivano riscosse dagli ebrei. Riscossori di tasse, mercanti, prestatori di denaro erano i mestieri degli ebrei. Inoltre, gli ebrei erano cultori di astronomia e di astrologia, erano traduttori (sono stati gli ebrei a tradurre dall'arabo al latino le opere degli scrittori greci classici che si sarebbero perdute se non fossero state tradotte in arabo dagli arabi).

Nel 1449, viene approvato il cosiddetto statuto di Toledo, una legge, un regolamento che decreta nella città di Toledo e da lì andrà ad espandersi per tutta la Spagna. In esso, si stabilisce di escludere gli ebrei dalle cariche pubbliche.
"Tutti i convertiti ascendenti dalla perversa razza degli ebrei, comunque si presentino, a causa di eresie e di atri peccati, offese e crimini commessi fino ad oggi, devono essere considerati così come stabilisce la legge, infami, inabili, incapaci e indegni di ricoprire qualsiasi carica e di godere di benefici pubblici o privati nella città di Toledo. Se ricoprissero cariche pubbliche, potrebbero conquistare la supremazia sugli schiavi, che sono credenti della santa fede cattolica, e arrecare loro danni e sofferenze. Siano perciò ritenuti ignobili, inabili e incapaci di dare testimonianza sotto giuramento come scrivani o testimoni, (...) noi ordiniamo che siano privati di qualsiasi carica o beneficio." Gli ebrei dunque non possono accedere a cariche pubbliche, perché sono dichiarati infami, inabili, incapaci e indegni. Queste parole non hanno il senso comune che noi ne ricaviamo, perché la "inabilità" o la "infamia" è una categoria giuridica: infami sono quelli che godono di cattiva fama e in quanto tali, non possono testimoniare in giudici; infami sono tutta una serie di categorie di cui gli inabili dal punto di vista del giudizio di cui fanno parte anche le donne, anche loro sono inabili a partecipare, ad adire in giudizio; esse possono far causa a qualcuno solo tramite il loro parente uomo più prossimo, o tramite un procuratore: se una donna deve citare in giudizio chiunque, non può farlo direttamente perché è un "sexus imbecillis" cioè non hanno capacità giuridica e questo sta facendo lo statuto di Toledo, perché sta togliendo qualunque capacità giuridica, ma la cosa più importante è togliere gli uffici pubblici, oltre ad altre capacità come non poter testimoniare o citare in giudizio. Da questo statuto proviene il concilio che vale nella Spagna di tutti i secoli dell'età moderna, della "limpieza de sangre" ovvero la limpidità del sangue, che è tipico dei "christianos viejos" ovvero i vecchi cristiani, coloro i quali hanno i 4/4 di cristianità: esattamente come si calcola la nobiltà, si calcola anche l'appartenenza alla religione; un vero nobile ha due parenti materni e due parenti paterni, quindi ha quattro pro-genitori, questi devono essere tutti e quattro nobili, per essere l'erede un vero nobile, un grande di Spagna. La stessa cosa accade per la cristianità, perché entrambi i nonni paterni e materni devono essere stati cristiani.
Il problema che si pone in questo statuto è che, nel frattempo nei secoli, molti ebrei si erano convertiti e si chiamano "conversos": ebrei convertiti, che cambiano religione e diventano cristiani e si battezzano; il battesimo infatti caratterizza l'appartenenza alla religione cattolica. Un conversos discendente da genitori o da nonni ebrei, non è un cristiano "viejo", ma solo "cristiano nuevo", cioè un uomo cristiano da poco, da una generazione o più generazioni.
Gli spagnoli, per estromettere questa concorrenza che gli ebrei convertiti facevano ai cristiani, escludevano chi ha il "sangue sporco, macchiato", di una macchia religiosa.  Nel documento precedente, si dice che "i conversos discendono da una perversa razza di ebrei", esiste quindi una "razza" ebraica. In questo momento si vedrà fare una cosa che poi verrà fatta con gli africani successivamente, ovvero l'atto di "naturalizzare una caratteristica sociale o religiosa": ad oggi, essere ebrei, musulmani o cristiani è una caratteristica culturale e religiosa, dato che la religione fa parte dell'ampia sfera delle culture, pertanto ad oggi non esiste una "razza" cristiana o ebraica o musulmana, sarebbe una contraddizione ma non era così allora, perché in quel momento stavano facendo una operazione straordinariamente importante e di lungo periodo, ovvero quella di "razializzare" che diventa un elemento della natura di quelle persone; sono persone che hanno una natura speciale, che le fa una razza a parte.
All'interno dello Stato spagnolo, che è in un momento di pre-conquista, ci sono razze estranee, ovvero gli ebrei e i conversos. Razializzare significa naturalizzare, cioè rendere biologico un elemento che invece è culturale: se è biologico, non cambia, ma se è culturale sì. Questo significa rendere assolto l'aspetto che si dà fisso e caratterizzante a una serie di persone. Inoltre, una caratteristica della pelle (come i neri), verrà usata come elemento di razializzazione, così come per la razza ebraica. La religione diventa un elemento identitario assoluto, dunque è possibile operare una spartizione tra razze. Questa cosa farà sì che gli ebrei e i conversos che prima erano dappertutto, pian piano verranno esclusi dalle università, dagli ordini religiosi, dalle cariche pubbliche, dalle cattedrali, da tutti i luoghi pubblici.

Nel 1478 i due sovrani ottengono dal papa Sisto IV l'autorizzazione a istituire il Sant'Uffizio contro la minaccia ebraica. Il re ha anche il potere di nominare gli inquisitori: questo fa la differenza tra l'Inquisizione spagnola e tutte le altre Inquisizioni, perché mentre tutte le altre rispondono al papa, questa Inquisizione risponde al re perché è lui che nomina i suoi magistrati. Essi sono tre, e formeranno poco dopo l'istituzione del 1478 (alcuni anni dopo), la Suprema e Generale Inquisizione con sede a Madrid, fatta da tre giudici il capo dei quali si chiama Tomàs de Torquemada, figura di straordinaria importanza dell'epoca, per la quale il tribunale organizza una serie di tribunali nei vari distretti di Spagna, e tutti i tribunali o nei vice-regni spagnoli rispondono alla Suprema. I giudici religiosi di questi tribunali di fede, sparpagliati nel mondo rispondono alla Suprema di Madrid, la quale a sua volta risponde al Re. È il Re a nominare gli inquisitori, e questa cosa fa sì che l'Inquisizione sia un organismo obbediente al re e questa obbedienza farà sì che l'Inquisizione sia un soggetto importantissimo nell'opera di unificazione dello Stato spagnolo, e ha uno slogan: "un rey, una fè, una ley" cioè un re (che rappresenta lo Stato e lo sta unificando), una fede (unica fede alla quale il re deve ubbidire, la fede cattolica, di cui il re è il portabandiera), una legge (alla quale il re deve ubbidire).
Si crea tra religione, Stato e legge un intreccio molto stretto, tale per cui gli inquisitori saranno il pilastro della Corona, della monarchia spagnola e finiranno per giudicare tutti i reati che sono di fede alla luce della obbedienza produttiva, ciò significa che le eresie finiscono per diventare reati di lesa maestà. Essere di una religione diversa significava essere un nemico del re. In qualche modo, il Sant'Uffizio diventa un tribunale politico, perché gli eretici sono considerati traditori della Corona.

Tratto da STORIA DELL’INQUISIZIONE SPAGNOLA di Federica Palmigiano
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