Skip to content

Come lavoravano gli inquisitori?



Nel tribunale romano, sono inquisitori locali, legati con il vescovo del luogo o con gli ordini religiosi. Siamo portati a immaginare che qui ci sia una maggiore collaborazione, rispetto al tribunale spagnolo. Sappiamo che qualche volta gli inquisitori non hanno una sede, così come il tribunale stesso del Sant'Uffizio, così gli inquisitori ad esempio vivono all'interno dei conventi del loro ordine e non hanno bisogno di denaro così come invece ne hanno bisogno gli inquisitori spagnoli, perché essendo un tribunale strutturato, centralizzato e ben distribuito in 21 distretti tutti con una sede propria, tutto ciò porta al fatto che nel tribunale spagnolo ci sia più attenzione alla necessità di denaro per il mantenimento della struttura e questo produce, quanto riguarda l'inquisizione spagnola, che le confische siano un fatto molto importante: dopo aver arrestato un sospettato, si va a casa sua e il notaio delle confische fa l'inventario dei beni. Dai beni confiscati si prendono i soldi per il mantenimento in carcere della persona. Mentre tutti i libri dei processi sono stati bruciati, i libri dei conti sono rimasti perché i conti economici sono un aspetto importante dell'attività del tribunale.
Tutto ciò era diverso nel tribunale romano, era più labile e più leggero: anche questo tribunale aveva bisogno di risorse per le spese d'ufficio, per l'amministrazione, la registrazione e la conversazione dei processi, ha bisogno inoltre di risorse per i viaggi dei giudici che vanno girando, bisogno per gli strumenti di tortura, per le medicine. Anche in questo caso dunque ci sono delle voci di spese da parte del tribunale romano, mentre le entrate/contributi vengono piuttosto da offerte o lasciti che fanno persone esterne al tribunale (cosa che invece non esiste nel tribunale spagnolo, non ci sono contributi che non siano erogati da parte dell'amministrazione regia: quando il tribunale del Sant'Uffizio spagnolo ha bisogno di ammodernare la sua sede, chiede al viceré del regno in cui si trova di erogare le spese necessarie). Nel caso del tribunale spagnolo vi è un rapporto più stretto con le istituzioni centrali e locali, nel caso invece dell'inquisizione romana abbiamo a che fare con una richiesta nel territorio di rendite che possono essere abilitate dal Sant'Uffizio.
Una cosa importante: i possibili conflitti giurisdizionali che accadono anche nel caso dei tribunali romani. Tali conflitti possono anche essere molto cruenti, con aggressioni, con episodi vari. Gli inquisitori hanno conflitti anche con i vescovi in qualche caso: il conflitto coi vescovi avviene per il fatto che i vescovi non vogliono abbandonare la propria giurisdizione nel prevenire e nel controllare le eresie, cioè a chieder - al privilegio vescovile una funzione che il Sant'Uffizio invece pretende per sé. Come mai nel Sant'uffizio spagnolo questo aspetto è secondario? Intanto i conflitti giurisdizionali ci sono anche in Spagna e nelle conquiste divenendo un dato comune; ma, nei tribunali spagnoli e nella commissione/corte giudicante oltre ai tre giudici, siede sempre l'ordinario, cioè il rappresentante del vescovo del luogo. La presenza dell'ordinario, oltre alla presenza di consultori e qualificatori dei più importanti ordini religiosi, fa sì che il vescovo direttamente o per interposta persona del suo rappresentante, partecipa alla valutazione dell'operato e alla sua qualificazione e all'emissione della sentenza. C'è qui uno stretto coinvolgimento di altre giurisdizioni che limitano ma non impediscono i conflitti coi vescovi.
Nel caso invece dell'inquisizione romana, il papa è strettamente coinvolto in questi conflitti: tutti scrivono al papa; il papa pretende di essere consultato su ogni questione; aiuta il tribunale, mettendo in circolo tute le notizie in suo possesso, di qualunque provenienza sia. Di contro, il ricorso, l'ultima istanza del tribunale spagnolo è la Suprema, non è il papa. Quindi, nel momento in cui gli inquisiti volessero fare ricorso a una istanza superiore, mentre teoricamente hanno la possibilità di rivolgersi al papa, praticamente questa cosa non viene mai concessa dal Sant'Uffizio spagnolo, perché sarebbe un'ulteriore diminuzione dell'autorità dei tribunali locali.
Nel tribunale romano c'è dunque la presenza del papa come ultima istanza, c'è anche una vitalità del rapporto centro-periferia che è attestata dalle informazioni che circolano grazie al papa e anche dalle lettere di critica o di incoraggiamento, e una corrispondenza dei tribunali locali che cercano l'appoggio del papa o si giustificano per le scelte che sono state fatte.

Tratto da STORIA DELL’INQUISIZIONE ROMANA di Federica Palmigiano
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.