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La politica estera turca fino alla 2° Guerra Mondiale


Enver: nel 1919 Enver fu costretto a fuggire come anche Gemal e Talat. Enver viene imprigionato a Mosca, dove si trova anche Gemal. Questo viene inviato a Kabul, mentre Enver, ritenuto meno affidabile, resta a Mosca. Il suo progetto è di creare un Impero panturanico. A Batum s’incontrano i sostenitori di Enver per progettare un colpo di Stato contro Ataturk, ma quando Enver cercherà di penetrare in Turchia saranno le truppe sovietiche a fermarlo. In seguito Enver si mette a capo degli insorti uzbeki, che vogliono abolire l’emirato. Qui inizia la propaganda panturanica di Enver, che raccoglie consensi anche in Afghanistan. Gli scontri vanno a favore dei sovietici, ed Enver è costretto di nuovo a fuggire, ma viene ucciso da una pattuglia russa. Muoiono anche Gemal e Talat, entrambi uccisi dagli armeni.
Dal trattato di Losanna all’ingresso nella SDN:
Il Trattato di Losanna è un momento negativo per la Turchia, che non vede di buon occhio l’Occidente e la SDN. Allora la potenza più vicina è considerata la Russia. Tuttavia Kemal è consapevole che un’alleanza troppo stretta con la Russia avrebbe potuto creare problemi di natura sociale, perciò considera l’alleanza con la Russia una strategia temporanea. Per dimostrare l’amicizia ai russi vengono creati due partiti comunisti, messi tuttavia fuorilegge dal ’22, quando ormai il nuovo stato turco era stabile. Kemal condannò definitivamente l’ideologia pan-turanica. In questo periodo cominciano le trattative anglo-turche per il territorio di Mosul. La SDN nomina una Commissione favorevole alle posizioni inglesi, perciò la Turchia respinge le decisioni della Commissione. Alla fine Mosul rimane inglese, ma la Turchia ottiene il diritto di acquistare il 10% del petrolio a prezzi favorevoli. Questo insuccesso è la causa di un secondo avvicinamento alla Russia sovietica, col Trattato del ’25 con Mosca. Il patto è di non belligeranza in conflitti che interessano una delle due parti. Importante è anche l’afflusso di aiuti economici da Mosca ad Ankara. Per quanto riguarda i rapporti con l’Italia, vige un’atmosfera di sospetto, ma l’avvicinamento si fa a causa della comune paura di quello che la Francia sta facendo nei balcani. Nel ’28 viene siglato il Trattato italo-turco di neutralità, conciliazione e regolamento giudiziario. Mussolini deve accettare il carattere solo difensivo dell’accordo. Tuttavia l’Italia viene progressivamente emarginata dalla società internazionale e, una volta risolto il problema di Mosul, Ankara rivolge il suo sguardo a Londra. La politica estera turca si sposta negli anni ’30 verso occidente e nella speranza di entrare nella prima odiata SDN. È una politica non poco opportunistica.
L’intesa balcanica, Montreux e la questione di Aessandretta: La Turchia vuole mantenere un’equilibrata equidistanza tra le potenze occidentali e l’Urss, e allo stesso tempo nel ’34 conclude il Patto balcanico con Jugoslavia, Grecia e Romania. Il patto esclude il dovere della reciproca assistenza in caso di attacco di potenze esterne, e questo è il suo punto debole. In seguito il Ministro degli esteri Rushdi conclude il patto di Saadabad (’37) con Persia, Iraq e Afghanistan. Kemal rinuncia alle rivendicazioni territoriali su ex-possedimenti ottomani. Il problema principale è ora quello degli Stretti. Nel ’36 la Turchia rivendica il suo diritto a fortificare e difendere gli stretti. Nella Conferenza di Montreux del ’36 viene elaborata una nuova Convenzione al posto di quella di Losanna. Viene soppressa la Commissione Internazionale degli Stretti e la Turchia ha di nuovo diritto di fortificare e costruire infrastrutture. In tempo di pace la libertà di navigazione è totale, mentre in tempo di guerra questo diritto viene concesso solo all’Urss. L’Italia aderisce alla convenzione solo due anni dopo, con il riconoscimento turco dell’impero fascista in Africa orientale. L’adesione alla SDN consente alla Turchia di risolvere un altro problema storico: il contenzioso storico con la Francia per l’Hatay, territorio di Alessandretta. Nel ’21 l’Accordo franco-turco aveva concesso l’Hatay alla Francia perché la Turchia attraversava un delicato periodo storico. La guerra italo-etiopica determina il bisogno di Gran Bretagna e Francia di avere al loro fianco la Turchia, e dunque questa può avanzare delle rivendicazioni sul territorio. Un referendum in Hatay stabilisce la sua riunificazione con la Turchia, sotto l’egida di un condominio franco-turco. Questo successo coincide però con la morte di Ataturk, il 10 novembre 1938, che lascia un profondo vuoto politico. Ismet Inonu è il suo successore alla Presidenza della Repubblica.
La difficile neutralità durante la 2Guerra Mondiale: allo scoppiare della 2Guerra Mondiale l’amicizia tra Turchia e Urss viene meno a causa del patto Ribbentrop-Molotov. Mosca ripropone il suo interesse per gli stretti e l’Egeo. L’altra minaccia viene dall’Italia, che dopo l’occupazione dell’Albania mostra una politica aggressiva nei Balcani. La conseguenza inevitabile è un rafforzamento dei legami con Gran Bretagna e Francia. Nel ’39 Francia, Gran Bretagna e Turchia firmano un Patto di reciproca assistenza, così la Turchia diviene compartecipe delle garanzie che la Francia offriva già a Grecia e Romania. La clausola del patto era che la Turchia non sarebbe mai stata costretta a muovere guerra alla Russia. La Russia si rifiuta di aderire al patto, e diventa la minaccia principale per la Turchia. La Turchia cerca in tutti i modi di non essere coinvolta in un conflitto contro la Germania, ma la sua neutralità è incompatibile con il Patto, specie dopo la disfatta francese. La possibilità di entrare in una guerra disastrosa spinge la Turchia a firmare un Trattato di amicizia con Berlino nel ’41, che non elimina però gli accordi con l’Intesa. Quando la Germania dichiara guerra all’Urss cerca di convincere la Turchia a partecipare. In compenso l’ingresso dell’Urss tra le forze dell’Intesa modifica l’atteggiamento russo verso la Turchia. La neutralità dei turchi è un vantaggio per entrambi gli schieramenti, e la Turchia può godere di notevoli transazioni commerciali con entrambi. Anche dopo Stalingrado e El-Alamein la Turchia ribadisce la propria neutralità. Quando l’Urss ha la meglio contro la Germania, ricomincia il suo atteggiamento minaccioso nei confronti della Turchia, che viene criticata per il suo agire ambiguo e opportunistico. Nell’incontro di Adana (’43) Churchill insiste affinché la Turchia intervenga nel conflitto, ma i turchi temono che una sconfitta della Germania possa lasciare troppo spazio all’Urss e all’ideologia comunista nel Mediterraneo orientale. A Teheran i tre grandi chiedono alla Turchia di intervenire in maniera indiretta, concedendo le basi militari, questa accetta in cambio di armamenti. La Turchia, timorosa nei confronti dei sovietici mette fuori legge il Partito socialista panturco che preoccupava Mosca, e il 2 agosto ’44 rompe le relazioni diplomatiche con la Germania. La Turchia dichiara ufficialmente guerra alla Germania (ma senza inviare contingenti) solo il 23 febbraio del ’45. L’Urss allora accusa la Turchia di opportunismo e cancella i Trattati di neutralità e di non aggressione. Il 7 giugno ’45 i russi comunicano le loro richieste per la conclusione di un nuovo trattato. Il governo turco respinge le richieste e rafforza i legami con Gran Bretagna e USA, approfittando del deterioramento dei rapporti tra russi e anglo-americani.

Tratto da STORIA DELLA TURCHIA CONTEMPORANEA di Giulia Dakli
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