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Definizione di umanità autentica in Husserl



Questa nozione di umanità autentica nasce in Grecia, all’interno della quale la filosofia si sviluppa con l’obiettivo di giungere ad un sapere necessario ed universale, quindi dà origine ad un telos ossia un fine da raggiungere. La crisi delle scienze inizia già con Galilei che aveva preteso di ridurre l’intera natura a matematica. In tal modo è spianata la strada secondo Husserl al dualismo cartesiano tra natura e mondo psichico che è la premessa per la specializzazione delle scienze. Anche la oggettività diventa analoga alla natura e quindi indagabile con gli stessi criteri. In questo modo si è dimenticato il mondo-della-vita ossia quella vita che esperisce il mondo prima di qualsiasi formazione di categorie o giudizi. Si tratta di un “regno di evidenze originarie”; si arriva ad esso attraverso la riduzione fenomenologia, che sia nei mondi prescientifici che in quelli scientifici, mira a raggiungere il senso ultimo del mondo. Il primo “in sé” non è quindi, come vogliono le scienze naturali, l’essere del mondo nella sua ovvietà ed immediatezza sensibile, ma la soggettività, che nelle società prescientifiche pone ingenuamente il suo essere (e poi nelle varie scienze e lo obiettivizza, e successivamente nelle società scientifiche assume consapevolezza attraverso la fenomenologia, che coglie la soggettività nella sua essenza, come principio di ogni conoscenza. Solo così sarà possibile fondare una filosofia universale in maniera pura e definitiva.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
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