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Diritto e Stato etico in Gentile



La volontà dello Stato è il diritto: fuori dello Stato non esiste alcun diritto, neanche un presunto diritto naturale. Il diritto è l’attuazione della volontà dello Stato in quanto volontà dei cittadini e quindi della volontà universale. Per questo motivo lo Stato rappresenta una forma dello spirito universale che supera quella dei singoli cittadini. Soltanto all’interno dello Stato l’uomo è propriamente libero di agire secondo la volontà universale. Fuori di esso l’uomo si perde, si annulla, non possiede alcuna rilevanza, perché lontano dalla volontà universale. E su queste basi Gentile afferma anche che lo Stato è una persona morale, con fini e volontà superiori a quelli degli individui, e quindi la suprema manifestazione della vita etica: è questa la nozione di Stato etico. E le leggi (che sono attuazione della volontà universale, quindi “volontà voluta”, come il “fatto” era pensiero pensato) vengono riconosciute come limite proprio; il momento coattivo della forza (cioè quello che permette allo Stato di imporre la legge) viene interiorizzato e fatto proprio sotto forma di consenso: è in questo modo che si ha una sintesi di autorità e libertà.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
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