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Dottrina della scienza in Fichte. Autoposizione del soggetto



Fichte ritiene che per fondare il criticismo su basi veramente solide occorra individuare un principio assolutamente primo e incondizionato. La filosofia non sarà così solo amore per la scienza, ma scienza della scienza in generale o meglio sia una “dottrina della scienza”. Nel principio primo si deve realizzare una perfetta unità di forma e materia. Essa allora non può essere soltanto formale e dipendere dalla logica perché non esistono (come sosteneva Kant) leggi del pensiero che valgano indipendentemente dal contenuto. In realtà Kant però faceva derivare dalla logica la metafisica, mentre Fichte considera la logica dipendente dal principio assoluto e quindi non un principio essa stessa così che in Fichte viene affermato il principio dell’identità tra logica e metafisica. Il principio primo è allora considerato la radice comune sia della struttura logico-formale che del contenuto materiale del sapere. Il principio primo non può essere un fatto derivato dall’esperienza perché esso dipenderebbe sempre da qualcos’altro. Esso sarà allora un atto assolutamente libero e incondizionato attraverso il quale la coscienza si autodetermina, cioè costituisce il principio di se stessa. L’intera scienza allora si fonda su un atto di autoposizione del soggetto attraverso il quale l’io conferisce realtà  se stesso e a ciò che lo circonda. Tale attività del soggetto si articola in tre momenti che sono la tesi, l’antitesi, la sintesi. Questi tre momenti corrispondono alle tre leggi fondamentali della logica che per Fichte sono: il principio di identità, il principio di opposizione, il principio di ragione.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
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