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Evoluzione creatrice in Bergson


Nell’Evoluzione creatrice la sua opera più importante egli sviluppa il concetto di durata reale riferendolo non più soltanto alla coscienza, ma alla realtà tutta anche quella materiale. Anche se egli ammette che questo “allargamento” del concetto di durata reale risulta difficile soprattutto per il mondo inorganico, alla fine afferma che anche un fenomeno come lo zucchero che si scioglie nel caffé può essere letto in due modi diversi: quello scientifico (utilizzando come abbiamo visto i processi dell’intelletto) che studia quindi il meccanismo di interazione fra sostanze chimiche; e quello intuitivo che risolve quell’evento nell’impazienza di chi aspetta che lo zucchero sia completamente sciolto così da poter gustare il suo caffé: tale evento sarà così inglobato all’interno della durata pura della mia coscienza. È chiaro che per il mondo organico il principio della durata reale risulta maggiormente constatabile; innanzitutto un corpo organico tende a crescere e svilupparsi così come fa il flusso della coscienza. Inoltre un essere organico tende alla riproduzione e quindi alla sua perpetuazione e sviluppo in un altro essere che non è propriamente quello originario ma porta con sé molto della sua origine.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
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