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Filosofia della libertà in Schelling



Ma la svolta in senso religioso del suo pensiero si ha con lo scritto Ricerche filosofiche sull’essenza della libertà umana. Alla base del suo pensiero adesso vi è il teismo: né il panteismo di Spinoza né la teologia morale di Fichte che esaurisce l’essenza divina nell’ordine morale del mondo lo soddisfano. Il vero Dio è vita e persona. Anche Dio allora è soggetto al divenire: solo così in Lui possono essere distinti un momento attuale nel quale perviene all’esistenza e un momento potenziale che rappresenta il fondamento della sua esistenza. Il fondamento è inteso come una radice oscura: in un certo senso esso può essere descritto come il profondo desiderio che prova l’eterno Uno di generare se stesso. È questo fondamento che indica la presenza della natura in Dio stesso. Dall’altra parte invece l’esistenza indica lo spirito, ciò che è azione, amore coscienza. La creazione consiste allora nel passaggio graduale dall’oscurità del fondamento alla luce, ossia all’attualizzazione di quel fondamento. Nell’uomo così come in Dio questo processo avviene completamente con la differenza che in Dio questi due principi sono inseparabili e raggiungono l’unità perfetta, come se tale processo procedesse all’infinito e si realizzasse in ogni istante. Nell’uomo il principio oscuro si manifesta come volontà egoistica che non vede nulla all’infuori del suo essere. L’uomo però, dotato di intelletto è in grado di passare alla luce e realizzare invece la volontà universale. Il male allora non sarà mancanza di bene, ma il rimanere bloccati alla volontà egoistica. È in questa possibilità tra egoistico e universale che risiede la libertà.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
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