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Morale e ideali ascetici in Nietzsche



È su queste basi che si giunge a dare valore a tutto ciò che risulta essere altruistico e disinteressato. Si sviluppano in questo modo gli ideali ascetici che non guardano al piacere individuale ma anzi cercano di negarlo in favore di quello altrui. Il cristianesimo è allora la religione dei sofferenti, che mantiene l’uomo al gradino più basso, reprimendo la sua virilità. Esso rappresenta il nichilismo della vita: vita a niente.
Secondo Nietzsche il bene comune è una contraddizione in termini, poiché non si può parlare di bene se non in termini individualistici. Più una società tende a democratizzarsi, più rischia di creare uomini “forti” al suo interno che spesso possono tradursi in tiranni. Nietzsche allora auspica una “sana aristocrazia” che abbia un ordine; una società aristocratica dove il rischio non è quello di scadere nella mediocrità, ma saranno i migliori, i più capaci, i più forti a stare al capo della società, mentre i più piccoli seguiranno la loro volontà.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
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