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Religione "oppio dei popoli" e proletariato in Marx



Allo stesso tempo sviluppando il concetto di religione Marx appoggia le tesi di Feuerbach secondo cui la religione è prodotta dall’uomo inteso non come singolo, bensì come società, Stato, “mondo dell’uomo”. 

La religione è espressione della profonda miseria in cui l’uomo si trova: essa è “l’oppio dei popoli”; perché ci sia vera libertà da parte dell’uomo, egli deve assumere una maggiore libertà a livello sociale. La religione è oppio soprattutto per quelle civiltà fortemente industrializzate dove la maggioranza degli individui vive in condizioni economiche e sociali pessime e solo pochi ricchi detengono il potere; proprio in queste società i più poveri giustificano la loro miseria attraverso qualcosa che trascende la loro condizione umana e in essa trovano consolazione. 
Ma questa emancipazione dalla religione può scaturire da un’emancipazione politica che soltanto una “classe sociale universale” può rivendicare, ossia quella classe che non s’incarna con una cerchia ristretta di persone che hanno subito un torto particolare, ma quell’insieme di persone che hanno subito un torto molto grave, un’ingiustizia totale: questa classe è il proletariato. È questa classe che detiene in sé la forza di trasformare la società perché è da essa che dipende la società industriale stessa.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
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