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Soggetto e Stato in Gentile



Il soggetto della prassi è libero, ma proprio per questo Gentile sostiene che ha bisogno di altri soggetti. Al chiarimento di questo punto e all’analisi della società Gentile dedicò lo scritto Genesi e struttura della società. Egli respinge la concezione atomistica della società che fa di essa un aggregato del molteplice. È qui che si racchiude la vera essenza dell’individuo: ogni io è anche un noi che ha vita nell’atto stesso dell’individuo. Ogni io mira a farsi un noi e a raggiungere l’unione tra la sua particolarità e l’universale. Esiste quindi secondo Gentile una societas in interiore nomine. Già nel dialogo interiore di ciascuno di noi c’è chi parla e chi ascolta, ossia una società trascendentale. La società è la realtà del volere nel suo processo e il volere come volere comune è lo Stato il quale è anch’esso atto. La nazione non si identifica con la materia (il suolo, le istituzioni, le tradizioni) ma con la coscienza di tale materia che nel suo incessante concretizzarsi in atto è appunto lo Stato. Per questo motivo è lo Stato (in quanto volontà in atto) che crea la nazione e non viceversa.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
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