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"Sei libri dello Stato" e sovranità in Bodin



Nel vivo dibattito teorico aperto dalla crisi delle guerre di religione, emerge la figura di Bodin, noto esponente del partito di politiques. Essi invocano nel re il garante dell’ordine e dell’unità politica dello stato. Il capolavoro di Bodin Sei libri dello stato contiene la teorizzazione più consapevole del processo di formazione dello stato europeo centralizzato e burocratico. Bodin teorizza l’incontrastata autorità del potere civile fonte e garanzia del potere supremo dell’ordine. La sovranità è prerogativa esclusiva dello stato. Per Stato si intende l’unione di un popolo sotto una signoria sovrana, mentre per sovranità si intende quel potere assoluto e perpetuo che è proprio dello stato e che assicura la coesione tra le sue membra. La preesistenza allo stato di una comunità nazionale o di una società civile è radicalmente esclusa da Bodin. Vertice unico e supremo nella scala gerarchica dei poteri terreni il potere sovrano non è limitato da leggi positive: esso è inalienabile e irrevocabile. Solo un sovrano comune stabilisce una comunità. Il vincolo politico è autonomo e superiore a ogni altro vincolo. Potere assoluto non vuol dire però potere arbitrario poiché esso è sottoposto alle leggi divine e naturali: dunque il sovrano deve garantire il rispetto di tali leggi prima di tutto attraverso il suo esempio. Non costituisce invece un limite all’azione del sovrano il diritto consuetudinario anche se il rispetto delle leggi da parte del sovrano può venir meno solo in circostanze eccezionali, ove l’interesse collettivo richieda decisioni contrarie alle leggi e agli impegni assunti. Il sovrano esercita unitariamente il potere legislativo, esecutivo e giudiziario.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA MODERNA di Carlo Cilia
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