Skip to content

Johannes Brahms, una breve biografia


nasce ad Amburgo nel 1833, e muore a Vienna nel 1897. Il critico musicale E. Hanslick indicò in Brahms l’antagonista della wagneriana musica dell’avvenire, affine a Liszt e Berlioz, che ricercavano soprattutto l’espressione “poetica”, collegando spesso il fatto musicale a contenuti letterari, ad un programma, e predicando la massima libertà rispetto ai consueti modelli formali. Con ciò non va indicato in Brahms un reazionario, ma un diverso rivoluzionario, come indicò brillantemente Schonberg nel suo Brahms il progressivo. L’atteggiamento conservatore, il culto assiduo dei classici, la costante ricerca di una solida organicità formale, non sono frutto di pedante accademismo, ma frutto di una virile presa di posizione, quasi un argine eretto consapevolmente di fronte alla percezione dell’angosciosa situazione umana, proiettata in un mondo avviato ormai ad una profonda crisi. Se ne era già accorto Schumann, che in un articolo ricordava come Brahms si rifacesse alle forme più difficili dell’arte musicale. Brahms era un artigiano dell’arte musicale, che interpretava il pentagramma come oggetto d’arte solidamente costruito e accuratamente rifinito. La musica di Brahms nasce da una sorta di ripiegamento rispetto agli slanci eroici della prima generazione romantica, di fronte al crollo dei suoi ideali. Il suo è un ripiegamento venato di malinconico rimpianto, incline agli atteggiamenti sognanti e riflessivi, ad un intimismo elegiaco soffuso di dolce tristezza, ma anche ad una severa e tragica meditazione sulla solitudine dell’uomo. Lontano dagli eroismi della prima generazione romantica, egli getta le basi per quello che sarà poi il movimento decadente. Da questa poetica deriva il tormentoso senso di autocritica che lo spingeva a rielaborare a lungo diverse opere prima di dare loro una veste definitiva, il carattere composito della sua ispirazione, a cui si legava anche lo studio dei classici, teso ad acquisire un’assoluta padronanza della tecnica compositiva.
Vicino al Romanticismo a modo suo, lontano da due degli assunti fondamentali del movimento, vale a dire il senso di lontananza e l’inattualità del presente, Brahms si richiama all’antica tradizione (quella solida austrogermanica di Schutz, Bach, Handel, Beethoven, Schubert, Schumann) per rivendicare l’importanza della creazione e della comunicazione artistica.
In Brahms i nuovi contenuti espressivi implicarono una nuova interpretazione delle forme classiche. La forma sonata subì un sostanziale mutamento rispetto al modello beethoveniano, non puntando più l’accento sulla dialettica tematica ma sullo spirito della variazione; i temi sono spesso di carattere affine; vi sono sottili nessi interni, con un fitto disegno contrappuntistico che lega ogni parte del discorso, che quindi fluisce continuo – solo apparentemente uniforme – e pone in luce ogni sfumatura del materiale tematico, che varia costantemente, all’interno di un ritmo inquieto e flessibile, di un libero gioco avvincente di armonie e modulazioni.
Lo stile musicale di Brahms, per il suo procedere discorsivo, per le tinte smorzate e i colori sfumati, che danno l’idea di un sognante divagare, pur ordinato da una rigorosa volontà costruttiva, è stato definito da Schonberg prosa musicale. Alcuni critici, non a torto, l’hanno paragonato allo stile di Proust.

Tratto da STORIA DELLA MUSICA di Gherardo Fabretti
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.