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La carriera musicale di Gustav Mahler



Il “moderno” musicale nei paesi di lingua tedesca nasce convenzionalmente il novembre del 1889, data della prima esecuzione del poema sinfonico di Richard Strauss, Don Juan. Pochi giorni dopo, a Budapest, Gustav Mahler presenta la sua Prima Sinfonia, allora intitolata Titan e definita “poema sinfonico in forma di sinfonia”.
Gustav Mahler nasce a Kalischt, in Boemia, nel 1860. Figlio di un commerciante ebreo di modeste risorse economiche, si dedica ben preso al pianoforte e termina i suoi studi nel 1878 al conservatorio di Vienna. Nel 1880 inizia la sua carriera di direttore d’orchestra, che culminò nel 1897 con la carica di direttore dell’Opera di Vienna, la massima carica nella vita musicale dell’impero austroungarico.
La sua figura fu un esempio fondamentale nella storia della direzione d’orchestra, per la fedeltà ai testi, per l’ampiezza del repertorio (che andava dai classici fino alle più vaste manifestazioni della musica contemporanea), per l’attenzione al coordinamento fra interpretazione musicale, scenica e registica (dove Mahler si aprì a soluzioni nuove). Furono il suo rigore e le sue novità nell’approccio ermeneutico che gli valsero la crescente ostilità nell’ambiente musicale viennese, tanto da portarlo a rassegnare le dimissioni nel 1907. Partì dunque per gli Stati Uniti, dove si sottopose ad una intensissima attività. Tornò a Vienna nel 1911, allo stremo delle forze, e ivi morì.
L’attività compositiva di Mahler fu a lungo sottovalutata, ma non da tutti: gli ambienti espressionisti furono ben consapevoli della carica innovativa della sua musica. Mahler si pone a conclusione della tradizione sinfonica classico – romantica, e il suo sinfonismo appare, nella sua complessità, come un mondo in cui le crisi e le contraddizioni di fine secolo vengono assunte consapevolmente in una visione tragica e lacerata; un modo di fare musica che crea urto e tensione, con uno struggente anelito all’assoluto, ad una purezza interiore immediata, ad una impossibile, drammatica, ricerca di una totalità compiutamente risolta. Tipica della tragica complessità della visione mahleriana è l’utilizzo di materiali eterogenei, da quelli popolari, romanticamente rivissuti e ripensati, a quelli della musica di consumo, delle marce militari, a quelli colti della grande tradizione sinfonica ottocentesca.

Tratto da STORIA DELLA MUSICA di Gherardo Fabretti
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