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L'educazione civica contro l'educazione mafiosa


Si pone il problema dell'insegnamento dell'educazione civica, a questo punto, essendo essa il primo baluardo contro l'educazione mafiosa. Altrettanta attenzione va dedicata anche alla pesante ideologia familistica che domina all'interno delle cosche  e che costituisce l'ambiente culturale più propizio per il radicamento di atteggiamenti omertosi. La mafia, infatti, funzione come negazione della solidarietà a largo raggio e come offerta di solidarietà a breve raggio. Per sfuggire a questa morsa, la via maggiormente praticabile è quella di un associazionismo in cui trovi spazio una cultura solidale che strappi i giovani all'anonimato di massa senza consegnarli al tribalismo familiare. Siamo nel pieno, dunque, di una pedagogia politica, cioè di un tentativo di radicare una prospettiva di responsabilità civile che possa costituire il cuore di una diffusa coscienza sociale  che rompa gli argini stretti dell'orizzonte familistico e quelli, non meno soffocanti, dell'individualismo e dell'aziendalismo. Parte essenziale di questa azione di destrutturazione è la lotta contro l'impiego della violenza fisica come linguaggio privilegiato per esprimere il valore di una personalità e per dirimere i conflitti di gruppo. Bisogna disinnescare il linguaggio della violenza sia nei giovani soggetti che sono potenzialmente coinvolgibili sia in quelli già coinvolti in esso.

Tratto da STORIA DELLA PEDAGOGIA di Gherardo Fabretti
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