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La rappresentazione teatrale come modello sociale

La rappresentazione teatrale come modello sociale


I RUOLI. LA VITA COME RAPPRESENTAZIONE. La vita sociale appare costruita su un sorta di metafora della rappresentazione teatrale, chiamati tutti a recitare delle parti attinenti a dei ruoli. La condizione essenziale perché ciascun ruolo venga onorevolmente rappresentato, è che si impari bene il copione, in modo da posizionarsi correttamente nella sfera dell'honos e del decus. Quel copione è illustrato e fatto interiorizzare dall'educazione, e da essa stessa scritto sulla base dei desiderata, cioè delle aspirazioni e delle necessità sociali. Le norme educative contemplano battute, comportamenti, gesti, mimica, per guidare la recita di tutti i ruoli sociali, avvalendosi di una ampia trattatistica didascalica, desunta in parte dai greci e riadattata alle esigenze dei romani. Il ruolo non solo deve essere recitato abilmente ma deve essere anche riconosciuto dagli altri attori che partecipano alla scena.
Il ruolo dunque descrive il comportamento che ci si attende da colui che detiene una certa posizione o un certo grado. Tale premessa chiama in causa il concetto di modello di ruolo.
AGÒN, LUDUS, MODELLI E GIOCHI DI RUOLO. Entrambi i termini, agòn e ludus, designano sia per i greci sia per i latini, la struttura mentale e istituzionale di culture che amano standardizzare e razionalizzare l'espressione e la comunicazione nelle proprie forme e finalità all'interno dell'assetto politico/civico. In essi vengono infatti definiti e parcellizzati ruoli e tempi, attraverso la codificazione e imposizione di comportamenti e competenze, di ordine e regole cui la società aspira e attraverso cui si manifestano. In quest'ottica agòn e ludus appaiono luogo e strumento di legame tra la tradizione di teorizzazione (sull'educazione, sull'esecuzione di compiti e professioni, sulla ritualità e sulla competizione) e la messa in atto di esse. Sono il modello di riferimento, la palestra di esercitazione, che definiscono e normalizzano praticamente qualsiasi manifestazione/espressione umana all'interno ed in virtù di un contesto istituzionale. Sono la palestra e la metafora del gioco dei giochi, quello sociale, che necessita di un copione insegnato attraverso modelli elaborati e diffusi dalla pedagogia.

CONCLUSIONI.
- il concetto di modello come forma e sostanza pedagogiche nasce nell'area culturale greco – romana
-l'elaborazione dei modelli si pone in rapporto speculare con il contesto, rafforzando e sottolineando la caratteristica di quella pedagogia come pedagogia sociale; e infatti essa si fa contemporaneamente espressione e volano della società
- la tradizione dell'educazione liberale come il modello unico ed eccellente di Grecia e Roma è riduttivo, in quanto una serie di altri modelli guidò mentalità, comportamenti e trasmissione di valori e saperi di quei popoli, pur nella quasi totale smemoratezza al riguardo della storiografia
- occorrerà lavorare su questi ultimi nel quadro di una revisione storica dell'educazione occidentale.

Tratto da STORIA DELLA PEDAGOGIA di Gherardo Fabretti
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