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Nascita della Repubblica Popolare Cinese


a Yalta Stalin si era impegnato a riconoscere Chiang Kai Shek, ottenendo delle concessioni in Cina; Roosevelt era perciò stato accusato di aver venduto la Cina a Stalin. Successivamente anche Truman sarà criticato per non aver fatto abbastanza affinché non si stabilisse il regime di Mao Tse Tung: in realtà durante la guerra civile cinese scoppiata nel 1945, gli USA aiutano Chiang Kai Shek, ma presto interrompono intenzionalmente gli aiuti; infatti il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Marshall, a seguito della sua missione in Manciuria (’46-’47), nel tentativo fallimentare di stabilire il cessate il fuoco, si rende conto dell’inutilità degli aiuti USA, sia a causa della corruzione del governo di Chiang e della sua debolezza militare, sia a causa dell’ampio consenso nei confronti di Mao. 1° ottobre 1949 viene proclamata la REPUBBLICA POPOLARE CINESE, subito riconosciuta dall’URSS (e dalla Gran Bretagna per via di Hong Kong), mentre gli USA considerano come legittimo governo cinese Taiwan (Formosa), dove si è rifugiato Chiang Kai Shek fondando la Cina nazionalista. Mao non è inevitabilmente legato a Stalin, ma si allinea sulle stesse posizioni per ragioni estremamente concrete: necessità di aiuti per le arretrate condizioni economiche del paese e timore che gli USA intervengano militarmente per capovolgere il risultato della guerra civile. Mao non ha altra scelta che avvicinarsi a Mosca: il 30 giugno 1949 egli proclama che la Cina deve “allearsi con l’Unione Sovietica e con i paesi a democrazia popolare”(“dobbiamo schierarci da una parte”), segnalando così che non ci sarebbe stato nessun Tito asiatico e che si sarebbe rivolto a Stalin come guida e supporto. Così il 14 febbraio 1950 viene siglato il trattato sino-sovietico, nato per le necessità del momento: è un patto difensivo che prevede per la Cina aiuti economici sovietici, in cambio del rispetto delle condizioni di Yalta.
Nascita del bipolarismo atomico.
I numerosi sforzi per controllare gli armamenti nucleari risultano fallimentari: vedi Piano Baruch (giugno ’46) = promessa statunitense di cessare il monopolio nucleare accettando di trasferire la custodia di tutti i materiali fissili alle Nazioni Unite e di distruggere la scorta minima di armi nucleari; essa fallisce perché le condizioni poste sono inaccettabili per l’Unione Sovietica (impegno per i membri delle Nazioni Unite a non costruire mai armamenti nucleari propri e consenso a ispezioni periodiche). Così, mentre l’URSS è impegnata in un poderoso riarmo, Truman, nonostante la reintroduzione della leva obbligatoria,  non ha il coraggio di chiedere al congresso un aumento sostanziale delle spese militari. Così si affida al monopolio nucleare statunitense nel convincimento che questo sarebbe durato: ma la credibilità della deterrenza crolla il 29 agosto 1949, quando l’Unione Sovietica esegue con successo il suo primo test atomico. La FINE DEL MONOPOLIO NUCLEARE STATUNITENSE, sommato alla perdita dell’alleato cinese, solleva un’ondata di preoccupazione che rende necessario un cambio di rotta nella strategia di politica estera.
Il 7 aprile 1950 arriva sulla scrivania del Presidente un documento top secret redatto dal Consiglio per la Sicurezza Nazionale, conosciuto come NATIONAL SECURITY COUNCIL memorandum 68 (NSC-68): esso fotografa una situazione allarmante in cui una potenza espansionista ha già inghiottito l’Europa orientale e la Cina, minacciando anche il resto della massa eurasiatica. Gli autori dell’NSC-68 concludono che la politica del contenimento di Kennan si è dimostrata insufficiente per fermare l’inesorabile avanzata del comunismo nel mondo. Il memorandum propone: lo sviluppo della bomba all’idrogeno per ripristinare il vantaggio nucleare statunitense; un sostanziale incremento delle forze di terra, di aria e di mare; lo sviluppo delle industrie di difesa per la produzione di armi. Per finanziare un programma di riarmo così massiccio, l’NSC-68 prevede un aumento del 300% negli stanziamenti per la difesa (dai 13 ai 50 miliardi di $ l’anno). Si apre un forte dibattito all’interno dell’amministrazione Truman: il Segretario di Stato Acheson diviene il più strenuo sostenitore della nuova linea dura, mentre i due maggiori esperti d’affari sovietici in seno al Dipartimento di Stato, Kennan e Bohlen, osteggiano con forza il progetto in quanto riflette una grossolana esagerazione delle ambizioni geopolitiche di Mosca. Truman è molto restio a rivolgersi al Congresso ed esita a pronunciare un appello pubblico ai cittadini per sostenere i duri sacrifici economici necessari a una tale politica di riarmo.
Guerra di Corea.
Ma l’occasione per avanzare la richiesta di riarmo arriva con la GUERRA DI COREA, che rappresenta la concretizzazione della minaccia descritta dall’NSC-68: il 25 giugno 1950 lo Stato comunista della Corea del Nord invade la Corea del Sud; sconfitti i giapponesi, nel 1945 USA e URSS dividono al 38° parallelo la Corea in due zone provvisorie di occupazione. Fallisce il progetto delle Nazioni Unite di tenere elezioni per creare un unico governo per tutta la penisola: nell’agosto 1946 nasce in Corea del Sud, a seguito di regolari elezioni, la Repubblica di Corea guidata da Rhee, nazionalista e filostatunitense che riscuote forti consensi per non essersi mai macchiato di collaborazione coi giapponesi; nel settembre 1946 nasce in Corea del Nord la Repubblica Popolare di Corea governata da Kim Il Sung, uomo fidato del Cremino. A questo punto le due potenze occupanti procedono con i loro piani di evacuazione delle rispettive zone, lasciandosi alle spalle un’area di potenziale instabilità, visto che i confini sono stati tracciati arbitrariamente e visto che entrambi i governi condividono l’obbiettivo di unificazione del paese. Ma cosa convince Kim Il Sung nel giugno ’50 ad invadere la Corea del Sud?
l’esercito popolare nord-coreano gode di un vantaggio decisivo: 135.000 soldati, carri armati sovietici e artiglieria pesante; al contrario l’esercito sud-coreano è la metà per dimensioni e possiede solo armi leggere (Truman ha infatti negato a Rhee le armi offensive per paura che siano usate per invadere il nord);

Tratto da STORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI di Alice Lavinia Oppizzi
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