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Rousseau: famiglia e stato


Il governo della famiglia deve essere distinto da quello dello stato. Il potere politico non può derivare da quello paterno come aveva sostenuto Filmer. L’economia privata deve essere indirizzata alla famiglia e deve informarsi ai criteri che sono propri dell’ordine familiare mentre l’economia pubblica deve essere finalizzata allo stato.
La società può essere considerata come un corpo organico vivente simile a quello dell’uomo.
L’io comune si esprime come volontà generale che ha come scopo la vita del corpo politico e dispone in viste della difesa e della conservazione del corpo politico. La volontà generale esprime la regola del giusto e dell’ingiusto ed è la fonte della moralità pubblica e privata. Il bene della collettività deve essere il fine della volontà di tutti.
Per poter esprimere la volontà generale si richiede che gli individui siano liberi, che abbiano la possibilità di ricercare i fini della collettività in modo da poter conciliare la libertà dei singoli con l’autorità, il bene individuale con quello della società. Ciò è possibile grazie alla legge che è il comando oggettivo in quanto espressione della volontà generale.
Afferma il primato delle leggi come l’insieme delle regole che consentono agli uomini di essere liberi e uguali.
Il compito di chi governa è di mantenersi fedele alle leggi perché sarà di esempio. L’arte di governo è il saper orientare le coscienze dei cittadini affinchè il loro comportamento si adegui alle leggi. Il governo saggio riesce a nascondere il suo potere.
La virtù civile e repubblicana si esprime nella libertà e nell’uguaglianza che è possibile quando le leggi impediscono la formazione di disparità sociali, favorendo la redistribuzione della ricchezza tra il maggior numero di cittadini in modo da creare una generale situazione media.
Il sistema politico sociale che propone non rifiuta la proprietà privata, che riconosce come la base dell’edificio politico. La proprietà però incontra un limite preciso nell’etica civile, nella virtù repubblicana, che sancisce il principio dell’uguaglianza tra i cittadini. La proprietà deve essere finalizzata ai bisogni e alla capacità di lavoro del singolo. Il sistema tributario deve impedire l’eccessivo accumularsi della ricchezza.
L’ordine politico è finalizzato all’esclusivo tornaconto dei ricchi.
L’ordine politico delineato da Rousseau è fondato sulla piccola e media proprietà ed è riferito alle esigenze della famiglia o al massimo del gruppo parentale caratterizzato da attività artigianali e manifatturiere e commerciali che devono essere armonizzate con l’agricoltura considerata come l’attività economica primaria. È critico della concentrazione della popolazione contadina nei grandi agglomerati urbani che sono la causa della corruzione dell’etica comunitaria: occorre ridistribuire la popolazione sul territorio riportandola al lavoro dei campi. L’economia pubblica non ha tanto come scopo la produzione di ricchezza, compito dell’economia privata, quanto quello di amministrare la ricchezza prodotta per i fini propri della collettività per consentire ai cittadini di conseguire la felicità.

Tratto da STORIA DELLE DOTTRINE POLITICHE di Filippo Amelotti
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