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Società política per Hume


La società politica non ha nessun rapporto diretto con la società naturale. La società artificiale è la sovrastruttura della società naturale, che corrisponde alla organizzazione produttiva del lavoro.
La distinzione tra società naturale e artificiale si fonda sul fatto che la prima corrisponde al lavoro produttivo cioè all’atticità che è in grado di produrre le forze produttive mentre la seconda è costituita da quell’organizzazione e da quei servizi che con la loro attività non sono in grado di produrre i beni necessari alla loro conservazione e innovamento. Le istituzioni e organizzazioni della società politica possono essere attuate solo quando la società naturale fornisce una quantità di beni eccedenti quelli necessari.
Lo stato è l’insieme dei servizi e degli uffici che deve garantire la pace e l’ordine della società naturale. Ha una funzione strumentale e non può rivendicare una posizione autonoma nei confronti della società civile. I fini dello stato sono determinati dalle esigenze della società naturale: la difesa per mezzo della forza militare, l’amministrazione della giustizia, l’istruzione pubblica, i lavori di utilità pubblica.
L’apparato burocratico – organizzativo devono essere finanziati dalla collettività mediante le imposte.
La funzione preminente dello stato è l’amministrazione della giustizia.
Il principio cui deve ispirarsi l’ordinamento politico dello stato deve sancire l’indipendenza, l’autonomia del potere giudiziario dall’esecutivo. Solo a questa condizione viene garantita la libertà del cittadino.

Ogni individuo deve essere riconosciuto libero di esplicare la sua attività al fine di migliorare la sua condizione purchè non arrechi danno agli altri. La giustizia è il principio secondo cui l’attività dei singoli coesistono e si armonizzano tra loro per attuare i propri fini nella società.
La società è un vero sistema in cui le attività dei singoli individui tendono a collegarsi spontaneamente tra loro realizzando uno stato di equilibrio che corrisponde alla migliore utilizzazione delle risorse, alla maggiore produzione di ricchezza e alla sua migliore e più giusta distribuzione.
Smith parla di una mano invisibile che guida l’individuo a realizzare il comportamento economico volto al conseguimento del suo interesse privato.
Sulla base del principio della libera concorrenza devono essere abolite tutte le leggi che impediscono o limitano le attività del lavoro produttivo.
Smith sostiene la liberalizzazione del commercio internazionale in quanto la ricchezza di uno stato dipende anche da quella degli altri.

Tratto da STORIA DELLE DOTTRINE POLITICHE di Filippo Amelotti
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