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Socrate: la critica alla politica


Il dibattito tra Socrate e i sofisti è la premessa di una concezione sistematica della politica, di una teoria della politeia quale ci viene proposta nell’opera di Platone: l’indagine socratica era essenzialmente problematica, rivolta a risolvere criticamente le apparenti o false conoscenze, le conclusioni ben argomentate, come quella dei Sofisti che della questione esaminata offrivano una soluzione apparentemente esauriente.
La critica socratica si concentra sull’aspetto etico-politico dell’insegnamento dei sofisti sulla nuova paideia quale viene proposta dalla sofistica e si sofferma sui rapporti che intercorrono tra virtù in quanto essenziale modo d’essere del cittadino e la politica in cui si esprime la parte più importante dell’insegnamento dei sofisti. Con le sue indagini e le sue domande Socrate richiama il suo interlocutore alla costatazione che il problema delle virtù ci rinvia a quello della conoscenza cioè ad una scienza dei beni e dei mali che consente all’uomo di operare per conseguire i primi ed evitare i secondi. Questa conoscenza non può essere conseguita con l’educazione proposta dai sofisti che da all’allievo una vasta informazione per i cittadini che aspirano a governare, per potere sostenere tesi davanti all’assemblea e i consigli per convincere. Alla cultura enciclopedica Socrate contrappone il sapere specifico del competente, che deve essere ricercato. Poichè il fine dell’educazione è la virtù si tratta di ricercare cos’è la virtù e in che cosa consistano le singole virtù (fortezza temperanza religiosità e giustizia).
Dobbiamo acquisire la consapevolezza di ciò che sappiamo e ciò che non sappiamo. La nuova educazione per corrispondere alle esigenze di riforma e riordinamento della polis richiama una conoscenza approfondita in cui il cittadino riscopra il sentimento etico-religioso. La polis deve essere governata dal sapere competente e quindi da competenti.
La politica deve essere una forma di conoscenza che si fonda su un metodo di indagine e ricerca critico-razionale. La politica non può essere ridotta a retorica, non può disinteressarsi dei valori supremi del bene e del male. La politica deve essere concepita come una forma di conoscenza ma come arte regale che sovrintende non solo l’arte militare ma tutte le altre arti particolari che attengono all’amministrazione e organizzazione della polis.

Tratto da STORIA DELLE DOTTRINE POLITICHE di Filippo Amelotti
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