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Suarez 1548 – 1617

Suarez 1548 – 1617


Difende l’autonomia del potere politico sia contro le concezioni libertarie degli anabattisti che contro la concezione luterana e calvinista che aveva riportato lo stato nella manifestazione della volontà divina.
Sostiene la distinzione tra temporale e spirituale.
Il diritto di natura è il fondamento dell’autonomia dello stato e il presupposto per la costituzionalizzazione del potere politico.
L’assolutismo fondato dal diritto divino dei re non ha riscontro nel diritto di natura. Il sovrano è responsabile dinnanzi alla sua comunità.
La comunità è costituita e posta in essere dagli individui, ma il potere, non scaturisce dagli individui ma dalla comunità. La sovranità si fonda sul diritto di natura.
L’essenza del potere politico risiede nel comando, nella possibilità di imporre ai consociati un determinato comportamento. L’uomo non possiede tale potere: ogni uomo è libero e in quanto razionale, ha diritto di autogovernarsi. Egli non può governare un suo simile. Il potere non deriva dai singoli individui che lo delegano ai governanti ma promana dalla comunità in quanto unità reale.
Non bisogna confondere il potere del pater familias con il potere politico. Il primo è un potere di direzione mentre il secondo si esprime nel comando.
Il potere politico inerisce la comunità concepita come unità reale e costituisce il principio dell’indipendenza e della libertà della stessa comunità.
La comunità politica è costituita da un insieme di individui che esprime volontà comune.
La sovranità non è attribuita da Dio ai monarchia ma è concessa dalla comunità al monarca.
Il potere deve quindi essere finalizzato al bene comune e da ciò derivano delle regole di condotta precise. Quindi la comunità ha sempre diritto di resistere con la forza al re che si comporti da tiranno.
Nel costituire la società, ogni uomo non ha trasferito alla comunità il diritto di tutela dei propri beni e della propria vita che quindi legittima i singoli a restaurare con la forza l’ordine politico che garantisce loro la vita e i beni.
La monarchia, l’aristocrazia e la democrazia vengono scelte dalla comunità quali costituzioni che corrispondono meglio alle loro particolari esigenze.
La democrazia corrisponde all’essenza della comunità in quanto il potere politico per diritto di natura appartiene alla comunità. Mentre l’aristocrazia e la monarchia trovano il loro fondamento solo nel diritto positivo umano. La democrazia si fonda sul diritto naturale e poi su quello positivo umano.
La legittimazione della monarchia risiede nell’atto del conferimento del potere da parte della comunità. Ma ciò non significa che tale potere debba essere considerato assoluto e che la comunità sia assoggettata al monarca. Il potere è affidato al monarca sotto determinate condizioni che devono essere rispettate dal sovrano e che se fossero violate legittimerebbero la resistenza attiva del popolo nei suoi confronti.
Il potere risulta così costituzionalizzato nel senso che deve agire nell’ambito di norme che hanno un valore superiore alla volontà di chi detiene lo stesso potere politico, in quanto si fondano sul diritto di natura e perciò attengono ai principi fondamentali della persona e della comunità politica. Il diritto di natura diventa la fonte delle norme del diritto positivo.
La sovranità trova dei limiti non solo nel diritto naturale e nel diritto divino ma deve rispettare anche le norme che regolano i rapporti tra le singole comunità, i diritti delle genti (diritto internazionale)
È lecita solo una guerra giusta, combattuta per difendersi o per riparare a un danno subito.
L’esito vittorioso della guerra non esprime criteri di giustizia. La ragione deve governare i rapporti tra gli stati.

Tratto da STORIA DELLE DOTTRINE POLITICHE di Filippo Amelotti
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