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De Martino e il mondo magico



La prospettiva di De Martino è problematica, e lui lo sapeva. De Martino dice che attualmente (nel 61) mentre il simbolismo mitico-rituale è agonizzante, quello civile stenta a essere vissuto come nuovo orizzonte unificatore della vita umana. Inevitabile è la scelta. Anche il significato di "crisi" cambia. Nel mondo magico essa identificava la precarietà umana di fronte al mondo, ora identifica un giudizio operante. Crisi vuol dire scelta, e un'epoca di crisi è un'epoca di alternative. Ma rifiuta forme di irrazionalismo e relativismo culturale, non legate al telos specifico dell'europa.
Primo periodo: "Il mondo magico". Opposizione allo storicismo del Croce, un etnocentrismo che ignora i mondi primitivi (Storia per Croce è la storia del mondo Occidentale - il confronto con altre culture è inutile - ci sono poi altri che mettono tutte le culture sullo stesso piano). Lui li rivaluta. Dice che le categorie crociane si possono storicizzare (la storia crea lo spirito e non lo spirito la storia). Rivaluta il mondo magico come primordiale rappresentazione del mondo funzionale al "garantire la presenza" (influenzato da heidegger - significa che nel mondo magico l'esserci nel mondo non è un cosa garantita, ma una realtà sempre esposta al rischio di annullamento). Gia dal 41 aveva criticato le varie correnti etnologiche internazionali perchè tutte afflitte da "naturalismo", ovvero avevano un presupposto antistoricista. Lo storicismo è quell'orientamento di pensiero che concepisce il reale come storia. L'etnologia storicistica deve porsi problemi la cui soluzione conduca all'allargamento dell'autocoscienza della nostra civilta. Quindi deve guardare anche all'incompreso, anche a ciò che sta oltre l'occidente, per allargare la propria consapevolezza storiografica. Parla di storicismo eroico = che analizzi ad esempio non solo il mondo magico, ma prenda anche coscienza del modo occidentale di avvicinarsi ad esso, quindi dei limiti. La cultura occidentale ha molti pregiudizi invece sul mondo magico. Il magismo va studiato riplasmando la metodologia storiografica.Nel 56 riconduce il magismo alla religione sottolineando che tra le 2 vi è solo differenza di grado, perchè ogni religione ha il suo momento magico e viceversa. Ma magia e religione destorificano l'opera umana, mascherandola con il mito. Oggi è necessario che il socialismo e l'alta cultura soppiantino religione e magia, sostituendole con una concezione solo umana.

Tratto da STORIA DELLE RELIGIONI di Dario Gemini
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