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De Martino e il sistema crociano



Nel 51 abbiamo la prima riconduzione del magismo alle categorie crociane nell'introduzione al volume "le origini dei poteri magici". Anche il progetto di questi autori dell'orientamento sociologico della scuola francese di antropologia gli sembra viziato da un qualche influsso del pensiero magico.
Comunque De Martino dovette compiere dei virtuosismi per inserire i suoi schemi speculativi nel sistema crociano. Con questo nuovo inquadramento il magismo viene sottratto a una realtà a se stante e ricongiunto alla religione. In un articolo del 56 De Martino osserva che tra religione e magia vi è solo differenza di grado e non di qualità. Come ogni esperienza religiosa ha il suo momento magico-rituale, ogni forma di magia è dialetticamente aperta ai valori. La magia è più legata alla risoluzione della crisi della presenza, soprattutto in contesti di miseria psicologica, la religione ha invece miti e riti profondamente permeati di valenze morali estetiche e speculative. inoltre sia magia che religione han caratteristiche che ne escludono l'applicazione ad una cultura moderna avanzata. Esse han in comune il nesso mitico-rituale, ma anche un processo ierogenetico, ovvero un modalita culturale per cui l'opera umana viene destorificata, ed il fatto storico è mascherato dal fatto mitico (il mito offusca la storia?). Tale forma di "protezione" sarebbe inutile nel mondo moderno. Ora la religione è riferita a una stagione della storia umana che l'"alta cultura", assieme al socialismo, è destinata a soppiantare, così come a cancellare relitti folklorici e sopravvivenze magiche. Il nuovo umanesimo dovrà essere svincolato da queste cose metafisiche.

Tratto da STORIA DELLE RELIGIONI di Dario Gemini
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