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Anna Maria Maccheroni

La prima pioniera del Metodo Montessori presso l’Umanitaria
Maria Montessori pensò di affidare il compito di direttrice a Maria Maccheroni, sua affezionata allieva presso la Scuola pedagogica dell’Università di Roma, e che l’aveva seguita assiduamente nella fase di sperimentazione didattica nel quartiere di San Lorenzo.

Viene stimolata la collaborazione dei genitori, nonché il coinvolgimento dell’intero quartiere: la farmacia cooperativa si occupò della preparazione degli «intrugli graduati», necessari per l’educazione sensoriale del gusto e dell’olfatto; gli elettricisti costruirono la serie dei campanelli elettrici per l’udito.
Grazie a un piccolo contributo da parte delle famiglie fu possibile introdurre il momento della colazione e del pranzo all’interno della Casa dei Bambini: “Andai in ogni famiglia a persuadere le mamme a pagare pochi soldi per una buona minestra […]. Alcuni genitori ci fecero dei regali. Chi regalò il fornello a gas, chi la grande casseruola, ecc. ecc. […]. Insistei, poi, per la prima colazione: una ciotola di latte e pane, anche questo con una minima spesa” (Maria Maccheroni).

In merito alle attività didattiche svolte è possibile avere un quadro abbastanza documentato. Avvalendosi delle sue competenze musicali, la Maccheroni effettuò in via Solari una sperimentazione sulle capacità musicali dei bambini, con l’utilizzo di alcuni materiali, da lei ideati  e fatti fabbricare appositamente a Livorno, sua città natale.

Era presente l’ampia gamma di attività previste dal metodo montessoriano: gioco del cieco e del silenzio, rito del pranzo in comune, cura degli animali e delle piante.
Non mancano le difficoltà ->  il principale problema che dovette affrontare la Maccheroni riguardò il mobilio e il materiale strutturato, che non essendo fabbricato con precisione dalla Casa di lavoro fu più volte ritenuto «inservibile» e perciò rispedito al mittente
La studiosa, nel 1910, propone il suo Metodo anche nella scuola dell’obbligo, avviando alcune sperimentazioni nella scuola elementare del disagiato quartiere romano di Sant’Angelo in Pescheria e pure a Milano presso la scuola elementare della Società Umanitaria
Si rivela impellente la necessità di formare educatrici montessoriane. A Roma tra il 1910 e l’11 si tennero simultaneamente due corsi biennali. Vennero pure avviati i primi contatti  per la traduzione del Metodo  in vari Paesi, mentre il materiale didattico, oltre ad essere fabbricato presso l’Umanitaria, iniziò ad essere prodotto a New York, a Londra e a Berlino. Il successo riscontrato all’estero, in particolare negli Stati Uniti, fu all’origine dell’organizzazione dei primi due Corsi internazionali montessoriani che si tennero a Roma nel 1913 e nel 1914.
Fino all’avvento del fascismo, la Società Umanitaria fu comunque il centro propulsore in Italia per lo studio e la promozione delle Case dei Bambini
Nel 1911 viene organizzato a Milano il Convegno nazionale Per un metodo italiano negli asili d’infanzia al fine di avviare una comparazione tra i vari modelli di pedagogia per l’infanzia, diffusi in Italia (frobeliano, agazziano, montessoriano): sono  posti sotto osservazione dagli specialisti nelle loro rispettive sedi (Crescenzago, Mompiano, Umanitaria)
L’ideale pacifista di Maria Montessori: il suo appello del 1915 al direttore della Società Umanitaria per creare la Croce Bianca al fine di formare educatori specializzati nella cura dei danni psichici subiti dai bambini durante gli eventi bellici: “Sono i bambini di oggi quelle forze di ricostruzione sulle quali speriamo nel dopoguerra. Salvare i bambini: ecco il grido di chi oggi lavora per l’umanità”.

Tratto da STORIA DELLE TEORIE DELL'INFANZIA di Selma Aslaoui
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