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L'estetica della visibilità di Kinrad Fiedler

L'estetica della visibilità di Kinrad Fiedler

L'estetica della pura visibilità fu elaborata da Konrad Fiedler e perfezionata da Von Hildebrand e Marées. Fiedler negava l'esistenza di una qualsiasi realtà obiettiva e dichiarava che la creazione artistica non è imitazione ma creazione di realtà, visibile nel caso della pittura (e dunque pura visibilità). Fiedler non voleva privare l'opera d'arte di una dimensione semantica, ma ha piuttosto cercato di dimostrare che il contenuto di essa non è dissociabile dalla forma e che la loro comune articolazione è il luogo di una genesi specifica. Si rifaceva alle teorie di Humboldt sul linguaggio come energheia produttrice di mondi concettuali (e non semplice trascrizione) trasponendole nel campo artistico.

Dagli scritti di Fiedler discendono queste proposizioni:

- L'uomo si avvicina alla realtà che percepisce attraverso le sensazioni, che mettono in movimento un processo interiore di rielaborazione psicologica del mondo esterno.
- L'organo di percezione più completo è la vista; l'artista usa la vista come mezzo per creare la forma artistica.
- L'artista non riproduce forme che esistono in natura ma crea ex novo nuove forme, predisposte secondo determinati canoni organizzativi.
- Le forme artistiche sono dunque lo sviluppo spirituale dell'attività visiva.
- La mano dell'artista svolge in senso esterno ciò che l'occhio gli detta dall'interno.
- L'arte è l'espressione pura della natura nella sua visibilità, rappresentata sotto l'apparenza di forme organizzate secondo le leggi della facoltà di rappresentazione visiva, proprie e individuali di ciascun artista.

Tratto da STORIA E CRITICA D'ARTE di Gherardo Fabretti
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