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La tecnica di Henry Focillon (1881-1943)


In Francia ci soffermiamo sulla figura di Henry Focillon. Nato a Digione nel 1881e  morto a New Haven, nel Connecticut, nel 1943, era figlio dell'incisore Victor Focillon, nel cui studio ebbe modo di fare la conoscenza di importanti artisti come Rodin, Carriere, Monet e Geoffroy.
Focillon è un teorico particolarmente amato. Tutti concordano sul suo stile e sulla padronanza della lingua, che conferisce ai suoi testi chiarezza, vigore e suggestione; possedendo indubbie capacità letterarie, aveva anche grande intelligenza e intuito. Era in grado, grazie all'ampiezza di vedute, di analizzare i problemi con coscienza e competenza, reinserendo le opere nel loro ambiente, trattando ogni argomento con lucidità.
Fu l'atelier di suo padre il primo incontro di Focillon con il mondo artistico. Qui imparò a toccare gli strumenti del mestiere, a rinoscerli e amarli. Erano, dice lo stesso autore, forze vitali, magiche potenze di suggestione. I suoi primi lavori, dedicati ad Hokousai, Piranesi e ad alcuni incisori del passato come Rembrandt, Durer e Daumier, tradiscono questo suo interesse per le tecniche grafiche. I saggi vennero poi raccolti nel libro Maestri della stampa (1930).

Tecnica e Sentimento

Libro giovanile, Focillon spiega qui la sua opinione sulla tecnica. La tecnica è un dato indispensabile per cogliere l'essenza e il significato espressivo dell'opera, perchè attraverso la tecnica cogliamo le realtà primordiali dell'opera; compresa la tecnica possiamo comprendere i segreti dello spirito creatore in azione. È la tecnica che permette all'artista di sperimentare e di esprimere i suoi principi stilistici. La tecnica preferita prima da Focillon era l'incisione, per la sua forza di sintesi e per la capacità unica di esprimere con pochi mezzi tutto il pensiero dell'artista. L'incisione registra in due note, bianco e nero, accordi più forti della vasta gamma colorata di altre tecniche. È un contrasto tra giorno e notte, un dualismo che dà alla luce una intensità tagliente. I suoi incisori preferiti sono i visionari, coloro che in epoche diverse hanno la capacità di trasfigurare gli oggetti e di conferire loro un carattere di inverosimiglianza.
Hokousai occupa un posto speciale nei suoi libri sull'incisione. Focillon a più riprese mostrerà grande interesse per il Giappone e l'Estremo Oriente

Il biennio 1926 – 1928

Pubblica due volumi dedicati alla Pittura nei secoli XIX e XX, in cui esamina sistematicamente, e con grande erudizione, tutte le principali correnti dell'arte europea tra il 1848 e il 1914. In questo libro introduce la concezione della storia come organismo vivente, chiamato poi tempo storico, in cui coesistono attività differenziate e una moltitudine di correnti correlate tra loro. Esamina dunque le vicende figurative che vanno dal romanticismo alle scuole nazionali dei vari stati europei, seguendo il filo rosso dell'evoluzione della tecnica pittorica.
Interessante il suo atteggiamento nei confronti dell'arte contemporanea, verso la quale si mostra poco ricettivo, trattandola in maniera ufficiale e distaccata; futurismo e astrattismo sono addirittura tralasciate dalla trattazione.

Tratto da STORIA E CRITICA D'ARTE di Gherardo Fabretti
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