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I regni di Caterina La Grande


La giovane principessa seppe adattarsi al nuovo ambiente (si convertì all’ortodossia, imparò la lingua e la letteratura e cercò di conoscere tutto sul nuovo Paese), assicurandosi degli amici e gli affetti della corte, tanto che fu in grado di eseguire un colpo di Stato e a ottenere il potere.
Messa sul trono da una rivoluzione, Caterina godeva dell’appoggio della guardia, ma non dagli uomini di Stato anziani (che avevano tentato di liberare Ivan dalla prigionia), che favorirono la produzione di un’impressione sfavorevole verso la nuova sovrana nella società; a questo si aggiunsero le proteste della Chiesa, spossessata dei suoi possedimenti. Tuttavia, ciò non riuscì a destabilizzare Caterina, che riuscì a consolidare la propria posizione distribuendo oneri e ricompense e a introdurre importanti cambiamenti basati sui precetti dell’Illuminismo istituendo la commissione legislativa, che aveva il compito di codificare le leggi traendo ispirazione da questa nuova corrente di pensiero. La Commissione era costituita da vari ceti e proprio per questo si rivelò goffa: i membri agivano secondo l’appartenenza di classe e innescavano diatribe che avrebbe potuto rappresentare un pericolo. Per questo motivo, la sovrana decise di sciogliere la Commissione.

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