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La Russia degli appannaggi (1240-1533)


Il periodo kievano fu utile (religione uniforme, lingua e letteratura comuni, sopravvivenza del principe e del metropolita, comune terra russa) perché permise di affrontare meglio i 2 grandi problemi (divisione interna e invasione) che caratterizzarono questa nuova fase di possesso personale da parte di un singolo principe (udel = appannaggio): era tipico che, mediante testamento, un sovrano dividesse il proprio principato tra i suoi figli creando varie entità politiche e una suddivisione che seguiva alla suddivisione, distruggendo la già fragile unità politica del Paese. Contemporaneamente emersero nuove etnie e la popolazione si spostò colonizzando i territori meridionali e sudoccidentali, mentre le altre zone più vicine all’Europa divennero l’obiettivo dei colonizzatori. Insomma, l’equilibrio dello Stato era instabile e Polonia e Lituania poterono facilmente impadronirsi della parte occidentale del Paese.
Altra caratteristica del periodo fu la differenziazione etnolinguistica dei russi in 3 gruppi: russi (o grandi russi), ucraini (o piccoli russi) e bielorussi (o russi bianchi).

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