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Fede e bellezza di Tommaseo

In gioventù Tommaseo pensa più volte a un romanzo, delineando progetti di varia natura, fino alla redazione di Disegno di un romanzo, a sfondo fantapolitico. In seguito, dalle discussioni su I Promessi sposi e le letture francesi, oltre che dalle difficili esperienze di vita, nascerà Fede e Bellezza.

Per raccontare la storia di Giovanni e Maria, abbandona l'idea della prima persona e divide l'opera in libri, come nel modello confessionale agostiniano-russoviano: sei, come quelli della prima parte delle Confessions. Fede e Bellezza gente un ponte sull'abisso. Il binomio del titolo acquista il valore di un'endiadi: la bellezza, fondamento della civiltà, può nascere solo dalla fede.

Tra i primi a subodorare la matrice autobiografica di Fede e Bellezza fu Carlo Cattaneo, in una recensione ostile sul Politecnico. Già nel '41, pubblicando Scintille, Tommaseo reagiva diffidando chiunque dall'addossargli i mali o i beni di quel detestato Giovanni.

Tratto da STUDI SULLA CONFESSIONE LETTERARIA di Domenico Valenza
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