Referendum elettronico. Tempi rapidi di risposta e poca riflessione

Si fa spesso l’associazione fra democrazia diretta e instant referenda elettronici; possiamo partire considerando esperienze della TV interattiva, che illustrano possibilità e limiti del referendum elettronico. Questa procedura pone problemi sia nella sua fase preliminare, che riguarda la scelta del tema da sottoporre a referendum, sia la scelta delle alternative da proporre ai cittadini. Lo schema semplificato del referendum, fino alla mera scelta si/no, si può tradurre in una riduzione dell’area delle scelte dei cittadini, cancellando alternative ugualmente percorribili. Inoltre, i tempi di risposta assai rapidi dei referendum elettronici possono determinare distorsioni gravi, mancando le condizioni per una riflessione intorno alle alternative possibili; questo rischio cresce quando il referendum è proposto a ridosso di un avvenimento che colpisce fortemente l’opinione pubblica.
Si tocca così il tema della manipolazione dell’opinione pubblica, dei tempi e delle informazioni da mettere a disposizione dei cittadini chiamati a esprimere una scelta.
Esistono però anche procedure che “raffreddano” il referendum: questo può essere rivolto soltanto a un numero esiguo di cittadini o di organi rappresentativi; si può allontanare il momento del voto da quello della richiesta referendaria, in modo di far precedere il momento della scelta da una lunga fase di riflessione, epurando la scelta dalle emozioni.
Quando il referendum si riferisce a una questione già ufficialmente assunta, e si decide intorno alla sua ratifica/sconfessione, si può percepire addirittura il ruolo del cittadino come un pericolo per chi ha preso la decisione sottoposta a referendum.
Torna il problema che riguarda chi può indire argomento, modalità e tempi del referendum.