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Teoria e pratica della letteratura

Sono indispensabili alcune nozioni preliminari. Chi dice teoria presuppone sempre una pratica, o una prassi, di fronte alla quale la teoria si trova o di cui fa la teoria. Per capire il ragionamento basta pensare che per le vie di Ginevra si trovano negozi con l’insegna “sala di teoria”; non vi si fa teoria della letteratura ma scuola guida.
Dunque la teoria è il codice che si contrappone alla guida, il codice della guida. Qual è quindi la guida, la pratica che la teoria codifica, che cioè organizza piuttosto che regolamentare? Non è la letteratura stessa, e nemmeno l’attività letteraria (infatti la teoria non insegna a scrivere romanzi) bensì la storia letteraria, la critica letteraria, la ricerca letteraria.
Se interpretiamo la teoria come deontologia, come didattica della ricerca letteraria, potremmo pensare che essa è disciplina nuova, se non altro posteriore alla fondazione delle moderna ricerca letteraria nel XIX secolo. In realtà i concetti esposti sono molto antichi: già Aristotele e Platone, nella Poetica e nella Repubblica, facevano teoria letteraria. Essi infatti si interessavano delle categorie generali o universali delle costanti letterarie, al di là delle singole opere.
Fare teoria della letteratura significa sicuramente interessarsi della letteratura in generale, da un punto di vista tendente all’universale. Ma i due filosofi da un altro punto di vista non facevano esattamente teoria letteraria, poiché la pratica che intendevano codificare non era lo studio letterario o la ricerca letteraria, ma la letteratura in sé. I due si sforzavano di redigere grammatiche normative sul fare letteratura, mentre la teoria letteraria non è in linea di principio normativa, ma descrittiva.
La teoria è attinente anche alla filosofia della letteratura come branca dell’estetica perché riflette sulla funzione dell’arte e sulla definizione del bello e del valore, ma non coincide con essa poiché non è né speculativa né astratta, bensì analitica. Essa è l’epistemologia delle lettere e degli studi letterari.
Ricapitolando: la teoria
- contrasta la pratica degli studi letterari, ossia la critica e la storia letterarie
- analizza tale pratica, le descrive, ne rende espliciti i presupposti, quindi le critica (ossia le discrimina, le separa)
- la teoria è dunque una critica della critica dunque una metacritica

Tratto da TEORIA DELLA LETTERATURA di Gherardo Fabretti
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