Skip to content

Analisi della comunicazione globale di Krasner

Nella sua analisi della comunicazione globale, S. D. Krasner afferma che le comunicazioni globali sono caratterizzate non da equilibri di Nash Pareto-sub-ottimali, ma dal disaccordo su quale punto lungo la frontiera paretiana bisogna scegliere. 
⇓ 
Il problema affrontato da Krasner è un conflitto distributivo, non un fallimento del mercato. 
Anzi, Krasner afferma che le teorie sul fallimento dei mercati non sono adatte per lo studio dei regimi internazionali, dal momento che esse non tengono conto delle problematiche legate al potere relativo: 
− dove si sono creati disaccordi circa i principi di base e le norme dei regimi e dove esiste una forte distribuzione asimmetrica del potere relativo, i regimi internazionali non sono stati creati. Gli Stati più potenti hanno semplicemente fatto ciò che volevano (è il caso, ad esempio, dei radio broadcasting e del remote sensing); 
− dove i problemi di coordinazione e di distribuzione del potere sono più simmetrici, i regimi sono stati creati. Il grado di conflittualità varia a seconda che gli Stati debbano affrontare puri problemi di coordinamento o problemi di coordinamento con conseguenze distributive; nel primo caso, infatti, il conflitto è minore, dato che scopo del regime è quello di evitare esiti indesiderati. Nel secondo caso, invece, il conflitto è più intenso, dato che gli Stati, pur concordando di voler evitare esiti indesiderati, sono tuttavia in disaccordo su quale sia l’esito preferito. L’esito di questi contrasti viene solitamente determinato dalle capacità relative che ciascuno Stato ha a disposizione nelle trattative. 
Il dilemma delle avversioni comuni di Krasner delinea 4 possibili configurazioni di interessi, delle quali solo 2 portano alla formazione dei regimi. 
I regimi sono irrilevanti in situazioni caratterizzate da 
− armonia: in questa situazione non c’è alcun motivo di creare un regime, perché ciascun attore, agendo indipendentemente da cosa facciano gli altri, massimizza sia la propria utilità sia quella del sistema in generale. 
Questa situazione può essere rappresentata nel seguente modo: 


− conflitto a somma zero: in questa situazione, non ci sono basi per la creazione di un regime né alcun incentivo a coordinare le politiche, perché la perdita per un attore implica un guadagno per un altro. 

⇓ 
In queste 2 situazioni, comportamenti puramente egoistici portano ad un equilibrio di Nash Pareto-ottimale. 

Viceversa, i regimi sorgono nelle situazioni che Arthur Stein ha definito: 
− dilemma delle avversioni comuni: si riferisce a situazioni in cui gli attori devono coordinare le loro politiche, concordando un insieme di regole e convenzioni, per evitare un esito mutuamente indesiderato. 
⇓ 
Se non c’è disaccordo, l’esito sarà un equilibrio di Nash Pareto-ottimale = nessun attore ha incentivi a defezionare né opportunità di aumentare la propria utilità senza danneggiare quella di un altro attore ⇒ il cheating problem non si crea. 
Una simile configurazione degli interessi può essere così rappresentata: 

Con un livello minimo di coordinazione, tutti i giocatori raggiungeranno uno dei 2 equilibri di Nash Pareto-ottimali. 
Il dilemma delle avversioni comuni, però, potrebbe comprendere questioni di distribuzione, oltre a quelle di coordinamento: sebbene tutti i giocatori riconoscano che certi esiti siano da evitare, essi però potrebbero non concordare su quale esito preciso si debba giungere. 
Concettualmente, una simile situazione è paragonabile al gioco del fifone (chicken), così rappresentabile: 

⇓ 
Entrambi i giocatori vogliono evitare l’esito peggiore, (DD). 
Esistono però 2 equilibri di Nash e non si sa quale dei 2 verrà scelto. 

Una situazione simile può essere anche la seguente: 

Questa situazione è comunemente nota come la battaglia dei sessi: entrambi i membri della coppia preferiscono fare qualcosa insieme (sono dunque avversi al non raggiungimento della cooperazione), ma non concordano su quale sia l’esito preferito da raggiungere. I payoff in matrice non danno alcuna informazione su quale sarà l’esito finale ⇒ il problema non è come raggiungere la frontiera paretiana, ma quale punto lungo la frontiera verrà scelto. 
Secondo Krasner, un simile conflitto distributivo può essere risolto grazie all’esercizio del potere, essenzialmente in 3 modi: 
1. il potere può essere usato per determinare chi può giocare. Ad esempio, nelle relazioni internazionali, gli attori meno potenti spesso non sono convocati ai tavoli dei negoziati); 
2. il potere può essere usato per dettare le regole del gioco, per esempio, chi muove per primo; 
3. il potere può essere usato per modificare la matrice dei payoff. Ad esempio, la matrice precedente può essere modificata dall’attore più potente (ad esempio, il Giocatore 1) come segue: 

Ora, uno dei 2 equilibri (3; 2) è decisamente il preferito per entrambi i giocatori, sebbene ci siano ancora 2 equilibri di Nash. Con un minimo livello di coordinazione, l’esito (3; 2), l’esito Pareto-ottimale, può essere raggiunto e gli attori non avranno alcun incentivo a cambiarlo. 
− dilemma degli interessi comuni: si riferisce a situazioni in cui si verificano problemi di collaborazione, caratterizzate da esiti Pareto-sub-ottimali, in cui almeno un attore può guadagnare senza compromettere l’utilità degli altri. La classica configurazione di questa situazione è il dilemma del prigioniero:

La questione principale è: come possono i giocatori raggiungere l’esito Pareto-ottimale della mutua cooperazione (CC)? 
Molte sono le risposte avanzate: 
- la cooperazione è più probabile quando c’è un’iterazione infinita del gioco e quando la differenza dei payoff tra COOPERARE e DEFEZIONARE è moderata; 
- la cooperazione può essere facilitata dalle istituzioni, che riducono le tentazioni di mentire, imbrogliare, dissimulare, aumentando la simmetria e la quantità delle informazioni, aumentando i costi dei comportamenti illegittimi. 

TUTTAVIA, secondo Krasner, è un errore non prestare attenzione al potere, come fanno le teorie sul fallimento del mercato. 
⇓ 
Questi 2 casi rappresentano situazioni in cui le distribuzioni di preferenze creano incentivi favorevoli alla costituzione e al mantenimento di regimi internazionali. 
In generale, Krasner mostra nella sua analisi delle comunicazioni globali quanto sia importante il potere. 
Nei 4 casi analizzati, 
− radio e television broadcasting = il diritto di trasmettere segnali attraverso i confini statuali senza il precedente consenso dello Stato in questione. 
− remote sensing = le informazioni elettroniche ricavate dai satelliti. 
− allocazione dello spettro elettromagnetico, risolta attraverso la creazione dell’ITU (International Telecommunications Union). 
− telecomunicazioni = telegrafo, telefono, flussi di dati transborder; nel caso delle comunicazione satellitari è stato creato INTELSAT, 

non esiste alcun caso di armonia di interessi. 
Nei primi 2 casi non esiste alcun regime internazionale: non c’è stato infatti alcun accordo sui principi e sulle norme da delineare perché gli Stati più potenti sono riusciti ad assicurarsi il loro miglior esito agendo unilateralmente. 
Negli altri 2 casi, sono stati creati dei regimi internazionali. In essi, il potere ha giocato un ruolo determinante in 3 modi: 
− la tecnologia e la grandezza del mercato, che hanno influenzato i costi opportunità relativi e dunque la capacità di fare minacce credibili; 
− l’appartenenza ad organizzazioni internazionali generali; 
− il controllo sugli accessi territoriali. 
A differenza di Krasner, i regimi sorgono nelle situazioni che Arthur Stein ha definito: 
− dilemma delle avversioni comuni: si riferisce a situazioni in cui gli attori devono coordinare le loro politiche, concordando un insieme di regole e convenzioni, per evitare un esito mutuamente indesiderato. 
⇓ 
Se non c’è disaccordo, l’esito sarà un equilibrio di Nash Pareto-ottimale = nessun attore ha incentivi a defezionare né opportunità di aumentare la propria utilità senza danneggiare quella di un altro attore ⇒ il cheating problem non si crea. 
Una simile configurazione degli interessi può essere così rappresentata: 

Con un livello minimo di coordinazione, tutti i giocatori raggiungeranno uno dei 2 equilibri di Nash Pareto-ottimali. 
Il dilemma delle avversioni comuni, però, potrebbe comprendere questioni di distribuzione, oltre a quelle di coordinamento: sebbene tutti i giocatori riconoscano che certi esiti siano da evitare, essi però potrebbero non concordare su quale esito preciso si debba giungere. 
Concettualmente, una simile situazione è paragonabile al gioco del fifone (chicken), così rappresentabile: 

⇓ 
Entrambi i giocatori vogliono evitare l’esito peggiore, (DD). 
Esistono però 2 equilibri di Nash e non si sa quale dei 2 verrà scelto. 

Una situazione simile può essere anche la seguente: 

Questa situazione è comunemente nota come la battaglia dei sessi: entrambi i membri della coppia preferiscono fare qualcosa insieme (sono dunque avversi al non raggiungimento della cooperazione), ma non concordano su quale sia l’esito preferito da raggiungere. I payoff in matrice non danno alcuna informazione su quale sarà l’esito finale ⇒ il problema non è come raggiungere la frontiera paretiana, ma quale punto lungo la frontiera verrà scelto. 
Secondo Krasner, un simile conflitto distributivo può essere risolto grazie all’esercizio del potere, essenzialmente in 3 modi: 
1. il potere può essere usato per determinare chi può giocare. Ad esempio, nelle relazioni internazionali, gli attori meno potenti spesso non sono convocati ai tavoli dei negoziati); 
2. il potere può essere usato per dettare le regole del gioco, per esempio, chi muove per primo; 
3. il potere può essere usato per modificare la matrice dei payoff. Ad esempio, la matrice precedente può essere modificata dall’attore più potente (ad esempio, il Giocatore 1) come segue: 


Ora, uno dei 2 equilibri (3; 2) è decisamente il preferito per entrambi i giocatori, sebbene ci siano ancora 2 equilibri di Nash. Con un minimo livello di coordinazione, l’esito (3; 2), l’esito Pareto-ottimale, può essere raggiunto e gli attori non avranno alcun incentivo a cambiarlo. 
− dilemma degli interessi comuni: si riferisce a situazioni in cui si verificano problemi di collaborazione, caratterizzate da esiti Pareto-sub-ottimali, in cui almeno un attore può guadagnare senza compromettere l’utilità degli altri. La classica configurazione di questa situazione è il dilemma del prigioniero: 

La questione principale è: come possono i giocatori raggiungere l’esito Pareto-ottimale della mutua cooperazione (CC)? 
Molte sono le risposte avanzate: 
- la cooperazione è più probabile quando c’è un’iterazione infinita del gioco e quando la differenza dei payoff tra COOPERARE e DEFEZIONARE è moderata; 
- la cooperazione può essere facilitata dalle istituzioni, che riducono le tentazioni di mentire, imbrogliare, dissimulare, aumentando la simmetria e la quantità delle informazioni, aumentando i costi dei comportamenti illegittimi. 

TUTTAVIA, secondo Krasner, è un errore non prestare attenzione al potere, come fanno le teorie sul fallimento del mercato. 
⇓ 
Questi 2 casi rappresentano situazioni in cui le distribuzioni di preferenze creano incentivi favorevoli alla costituzione e al mantenimento di regimi internazionali. 
In generale, Krasner mostra nella sua analisi delle comunicazioni globali quanto sia importante il potere. 
Nei 4 casi analizzati, 
− radio e television broadcasting = il diritto di trasmettere segnali attraverso i confini statuali senza il precedente consenso dello Stato in questione. 
− remote sensing = le informazioni elettroniche ricavate dai satelliti. 
− allocazione dello spettro elettromagnetico, risolta attraverso la creazione dell’ITU (International Telecommunications Union). 
− telecomunicazioni = telegrafo, telefono, flussi di dati transborder; nel caso delle comunicazione satellitari è stato creato INTELSAT, 

non esiste alcun caso di armonia di interessi. 
Nei primi 2 casi non esiste alcun regime internazionale: non c’è stato infatti alcun accordo sui principi e sulle norme da delineare perché gli Stati più potenti sono riusciti ad assicurarsi il loro miglior esito agendo unilateralmente. 
Negli altri 2 casi, sono stati creati dei regimi internazionali. In essi, il potere ha giocato un ruolo determinante in 3 modi: 
− la tecnologia e la grandezza del mercato, che hanno influenzato i costi opportunità relativi e dunque la capacità di fare minacce credibili; 
− l’appartenenza ad organizzazioni internazionali generali; 
− il controllo sugli accessi territoriali. 

⇓ 
Il motivo principale che ha portato all’istituzione di regimi internazionali nel campo delle telecomunicazioni è rappresentato dal tentativo di risolvere problemi di coordinazione con conseguenze distributive. 
In questi casi, un approccio power-oriented sembra essere più completo e adeguato delle teorie sul fallimento dei mercati, per 3 motivi: 
1. nella politica internazionale, si presentano spesso situazioni a somma zero, in cui è proprio il potere ad essere in gioco; 
2. nelle relazioni internazionali, è possibile eliminare alcuni giocatori attraverso l’uso della forza, così come costringere un attore ad accettare un esito che altrimenti non avrebbe mai volontariamente accettato; 
3. anche se assumiamo che gli Stati siano interessati ai guadagni assoluti, non a quelli relativi, l’allocazione iniziale ha comunque conseguenze distributive, che possono privilegiare alcuni attori piuttosto che altri ⇒ la questione riguarda un movimento lungo la frontiera paretiana, non come raggiungerla: il potere e gli interessi sono gli elementi che, in definitiva, determinano l’esito finale. 

Questa questione può essere così riassunta: 
Per Keohane, il problema è: si riuscirà a cooperare? ⇒ Il problema consiste nello spostarsi da P alla frontiera. Sono i regimi a permettere questo spostamento. 
Per Krasner, il problema è: quale punto sulla frontiera sarà scelto? ⇒ Il problema consiste nello scegliere tra P1 e P10. È il potere a risolvere questo problema.
 

Tratto da TEORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI di Elisa Bertacin
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.