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Il “sistema di autodifesa” (self-help system) di Waltz

Tuttavia, è soprattutto con K. Waltz che si giunge ad una sistemazione teorico-concettuale che ha esercitato una vastissima influenza. Waltz parla del sistema internazionale come di un “sistema di autodifesa” (self-help system). Tale impostazione permette di rendere conto di certi fenomeni internazionali costanti e ripetitivi che si verificano a prescindere dalle caratteristiche interne degli Stati, a cominciare proprio dall’equilibrio di potenza. Anche se Waltz è assai ambiguo sul punto, si può dire che a questa tendenza generale si dà il nome di 
− balance of power se intesa come effetto sistemico 
− balancing se intesa come comportamento degli Stati. 

Essa assume forme e modalità più specifiche, a seconda del tipo di sistema internazionale in cui ci troviamo: 
− in un sistema bipolare le 2 grandi potenze cercano di mantenere un equilibrio tra di loro prevalentemente con mezzi “interni” = gli armamenti 
− in un sistema multipolare gli Stati ricorrono soprattutto a mezzi “esterni” = le alleanze. 

Che ci voglia un nemico comune per dar luogo ad un’alleanza è un tasto toccato frequentissimamente. Il tema della minaccia come fonte delle alleanze è stato affrontato in modo sistematico nell’opera del 1987, The origins of alliances, con cui S. Walt cerca di rispondere ad alcune delle più frequenti domante sulla teoria delle alleanze: 
Cosa porta gli Stati a supportare la politica estera di un altro Stato? 
Come gli Stati scelgono i loro alleati? 
La risposta a queste domande, secondo Walt, riguarda come gli Stati rispondono alle minacce. Nella sua analisi, Walt usa intercambiabilmente i termini “allineamento”/”alleanza” = un accordo, formale o informale, di cooperazione nel campo della sicurezza, tra 2 o più Stati sovrani. 
Quando si trovano di fronte ad una minaccia esterna, gli Stati possono decidere di attuare 2 strategie: 
− balancing = allearsi con gli altri contro la minaccia ⇒ se è il comportamento più comune, gli Stati saranno più sicuri, perché l’aggressore dovrà scontrarsi con un’opposizione compatta. 
Gli Stati scelgono il balancing per 2 motivi: 
- metterebbero a rischio la loro stessa sopravvivenza se fallissero nel tentativo di bloccare un potenziale egemone prima che diventi troppo forte; 
- aderire alla parte più debole significa aumentare l’influenza anche dei nuovi alleati. 
− bandwagoning = allearsi con la fonte della minaccia ⇒ se è la tendenza dominante, la sicurezza è scarsa, perché un aggressore vittorioso attirerà nuovi alleati. 
Gli Stati scelgono il bandwagoning per 2 motivi: 
- per motivi difensivi = come un mezzo per conservare la propria indipendenza di fronte ad una potenziale minaccia; 
- per motivi offensivi = per condividere i frutti della vittoria. 

Come già anticipato, Walt offre una revisione della tradizionale teoria dell’equilibrio di potenza, secondo la quale 
− balancing = allearsi con il più debole, contro il più forte 
− bandwagoning = allearsi con il più forte. 

Per Walt, invece, risulta essere più accurata una teoria secondo la quale gli Stati si alleano con o contro la potenza straniera che rappresenta la maggiore minaccia. 
Il livello di minaccia che uno Stato può rappresentare dipende da 4 fattori: 
1. POTERE AGGREGATO = maggiori sono le risorse totali di uno Stato (popolazione, capacità industriale e militare, sviluppo tecnologico) maggiore è la potenziale minaccia che esso rappresenta per gli altri. 
2. PROSSIMITÀ GEOGRAFICA = poiché la capacità di proiettare il potere diminuisce con l’aumentare della distanza, gli Stati più vicini rappresentano una minaccia maggiore di quelli più distanti. 
Secondo Cautilia, quando una minaccia geograficamente vicina porta ad una risposta di balancing, lo schema delle alleanze sarà simile ad una scacchiera, dato che “i vicini dei vicini sono amici”. 
Quando, invece, ne deriva una reazione di bandwagoning, si verifica il fenomeno delle sfere di influenza. 
3. POTERE OFFENSIVO = gli Stati con un ampio potenziale offensivo molto probabilmente scateneranno un’alleanza opposta, più di quanto non faccia uno Stato incapace di attaccare. 
4. INTENZIONI AGGRESSIVE = gli Stati che sono considerati aggressivi porteranno gli altri a formare un’alleanza opposta ⇒ anche Stati con modeste capacità militari possono portare gli altri a fare balancing se vengono percepiti come particolarmente aggressivi. 

Tratto da TEORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI di Elisa Bertacin
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