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Perché sono importanti le "Storie” di Tucidide?

Essenzialmente, ci sono 2 motivi che spiegano questo interesse per un’opera di 25 secoli fa: 
1. le origini intellettuali della disciplina e di una delle sue scuole più importanti, il REALISMO: l’approccio realista allo studio delle relazioni internazionali può essere definito un approccio tendenzialmente conflittuale ai rapporti tra gli Stati, interazioni che si svolgono principalmente all’ombra dei rapporti di forza, nei quali, dunque, non c’è molto spazio per considerazioni legate alla morale e al diritto, e nei quali gli Stati sono mossi in primo luogo dai propri interessi. 

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Gli oggetti più frequenti delle discussioni realiste sono: 
− INTERESSE 
− POTERE 
− SICUREZZA. 

Tutto ruota attorno a questi 3 elementi. Lo stesso vale per l’opera di Tucidide, nella quale tutto ruota attorno a questi concetti. Probabilmente è per questo motivo che Tucidide viene da molti considerato con il padre del realismo. 
NB: Questa interpretazione è assolutamente legittima, ma bisogna essere consapevoli del fatto che è anche del tutto arbitraria. Le Storie sono state studiate per secoli da 
− storici, in quanto fonte storica principale di quel periodo 
− filosofi della politica greca 
− filologi del classicismo in generale. 
Ovviamente, ciascuno di essi ha analizzato Tucidide dalla propria prospettiva particolare. Lo stesso vale per gli studiosi di relazioni internazionali ⇒ occorre fare uno studio selettivo, tralasciando certi aspetti storici, filosofici, letterari e filologici. 
2. i contenuti, oggetti dello studio di Tucidide, cioè la GUERRA: 
− IDEA DI ASCESA E DECLINO della potenza, come un fenomeno irresistibile, nell’ordine delle cose, come parti dello stesso processo 
− SITUAZIONI IDEALTIPICHE nei rapporti internazionali: 
o Tutta una serie di dilemmi legati alla sicurezza: 
scontro tra 2 grandi potenze all’apice della loro grandezza, una marittima e una continentale; 
scontro tra 2 sistemi di governo contrapporti, democrazia ateniese ed oligarchia spartana ⇒ scontro non solo politico, ma anche ideologico; 
le cause della guerra: la crescita della potenza ateniese da una parte, e il timore che questa suscita in Sparta dall’altra parte; 
il ruolo ambiguo giocato dagli alleati: già nel I Libro si nota l’atteggiamento ambiguo degli Stati intermedi, come Corinto, alleato di Sparta, che forse odia Atene più di Sparta; Tebe, anch’essa alleata di Sparta; Corcira, isola inizialmente neutrale, poi alleata di Atene; 
i dilemmi della neutralità: i neutrali vengono corteggiati, minacciati, convinti ad allinearsi da una parte, tenuti ai margini; i calcoli dei neutrali (schierarsi con la parte che vincerà – i rischi del rimanere neutrali – le vie intermedie possibili); 
i tipi di pace che possono essere stipulati di pace: pace di compromesso (che promette maggiore stabilità nel medio-lungo periodo, ma rischio che la parte che sta vincendo non voglia scendere a compromessi) o pace di imposizione (che può piantare i semi di revanscismo nei decenni successivi)? 
2 modalità con cui gli Stati presentano le loro richieste (di alleanza, di neutralità, di resa, di pace): da un lato si avanza la promessa di una ricompensa, dall’altro la minaccia di una punizione; 
l’equilibrio di potenza: in genere, questo concetto viene associato nell’età moderna, ma nelle Storie si nota come, già nel V secolo a.C., gli Stati greci mettano in atto qualcosa di simile (Atene si trova di fronte tutti gli altri Stati, che ne vogliono bloccare l’ascesa); per contro, la grande potenza cerca di mettere in atto la cosiddetta politica del divide et impera, cerca, cioè, di dividere quanto più possibile i potenziali avversari, facendo concessioni selettive; 
descrizione degli aspetti legati alla strategia militare, come i problemi psicologici, quelli che per Clausewitz sono gli “attriti” in guerra (“In guerra tutto è difficile”). 
o Il rapporto tra ideologia e realtà = il valore strumentale di tutta una serie di principi (sia di natura etica che religiosa): ad esempio, gli Spartani all’inizio della guerra si presentano come i liberatori della Grecia, ma, alla prima occasione, sono disposti a cercare un accordo con gli Ateniesi. Gli Ateniesi, d’altro canto, continuano a giustificare il loro impero in quanto loro diritto, in base al loro ruolo centrale nel distruggere i Persiani ⇒ il valore della libertà della Grecia viene strumentalizzato da una parte e dall’altra per legittimare le decisioni politiche. Valori come amicizia, lealtà, coraggio, virtù vengono tutti usati in modo del tutto strumentale. 

Secondo Tucidide, molte di queste situazioni sono destinate a ripetersi, come enunciato nel I Libro ⇒ esistono delle leggi, che governano le relazioni internazionali. 
Aron, ad esempio, sostiene che le somiglianze tra presente e passato sono autentiche proprio perché le cause di fondo sono fondamentalmente le stesse, ossia l’anarchia internazionale. 

NB: Tucidide non formula mai leggi a valenza universale nel suo lavoro, né insegnamenti pratici. Tuttavia, la sua concezione ciclica della storia può permetterci di ricavare legittimamente delle leggi. Nella sua opera, Tucidide offre solamente spiegazioni ad eventi particolari. 
La storia si ripete perché la natura umana, tendenzialmente, è sempre la stessa. 

Tratto da TEORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI di Elisa Bertacin
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