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Realismo classico vs Neorealismo

Realismo classico vs Neorealismo 

Randall Schweller mette in evidenza che almeno alcuni Stati vogliono mutare il loro status nel sistema ⇒ sono intenzionati a migliorare la loro posizione di potere relativa. 
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Schweller suggerisce che in un ambiente anarchico in cui alcuni Stati sono insoddisfatti, almeno alcuni fra questi ultimi cercheranno di prendere iniziative offensive per migliorare la loro posizione (offensively positional) ⇒ essi cercheranno di massimizzare le differenze di potere a loro vantaggio e si assumeranno notevoli rischi per raggiungere questo obiettivo. 
Ma non sono solo gli Stati revisionisti a cercare di massimizzare il potere. John Mearsheimer ipotizza che, in generale, gli Stati nel sistema internazionale hanno per obiettivo la massimizzazione della loro posizione relativa di potere rispetto agli altri Stati. 
Secondo Grieco, un modo in cui la teoria realista potrebbe aggirare la trappola della massimizzazione del potere o della sicurezza è, come suggerito da Waltz, limitare le aspettative riguardo all’impatto dell’anarchia sull’interesse degli Stati nei confronti del potere relativo. Il ragionamento potrebbe essere: l’attenzione che il realismo dedica all’anarchia non può permettergli di aspettarsi nulla più che gli Stati siano preoccupati principalmente per la loro sopravvivenza e sicurezza e che essi cerchino di assicurarsi entrambe non massimizzando il potere a loro vantaggio, ma minimizzando le differenze di potere che presumibilmente favorirebbero i loro rivali. 
TUTTAVIA i realisti dovrebbero riconoscere che una teoria sistemica, da sola, può non essere capace di spiegare questi casi del comportamento degli Stati. 

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− Il realismo offre una prospettiva ben sviluppata della politica internazionale. Esso possiede un insieme di assunzioni chiaramente delineate, di proposizioni fondamentali e di aspettative empiriche a proposito delle relazioni internazionali in un’ampia gamma di aree tematiche. Esso offre inoltre importanti strumenti interpretativi su molti aspetti della politica internazionale. Il punto di forza particolare del realismo si trova nella sua individuazione e spiegazione di notevoli continuità nella politica internazionale. 

Vi sono tuttavia importanti questioni lasciate irrisolte all’interno della teoria realista strutturale: 
- è troppo indeterminata = le proposizioni di Waltz, per essere valide, devono essere condizionate. Ad esempio, nel caso della cooperazione, è vero che cooperare è difficile, ma nella realtà vediamo che, in certi casi, gli Stati cooperano, in altri no. Oppure, nel caso dell’equilibrio, notiamo che in certi casi si manifesta entro un certo periodo di tempo, mentre in altri casi serve molto più tempo o non si verifica proprio ⇒ Perché? 
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La teoria strutturale dà l’impressione di essere una teoria molto generale, che inquadra correttamente i problemi, MA che al tempo stesso resta molto indeterminata. 
Realismo classico
Incontrava molte difficoltà a ritagliarsi un campo d’indagine: Morgenthau affermava che tutta la politica è una lotta per il potere. MA quale politica? Quella interna o quella internazionale? 
Il potere è un mezzo o un fine? Nel realismo classico non è mai possibile indicare con chiarezza la natura del potere. 
Neorealismo 
A questa difficoltà del realismo classico Waltz risponde con la struttura, che presenta caratteristiche diverse se mettiamo a confronto politica interna e politica internazionale.

Morgenthau non ignorava l’anarchia internazionale, MA non l’ha mai messa in una posizione causale. Non a caso, molti dei suoi principi, sono principi di politica estera, non di politica internazionale.  
Il potere è un mezzo, mentre il fine è la sicurezza. 

Tratto da TEORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI di Elisa Bertacin
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